Il direttore è No vax e l'Ulss chiude la farmacia: la titolare evoca il Nazismo
All'ingresso della farmacia si scrive che l'esercizio commerciale "riaprirà al ritorno alla democrazia"...
Le porte della farmacia Veneggia sono chiuse. Da fuori si riescono a intravedere cartelli che spiegano il perché:
"Farmacia chiusa forzatamente dall'Ulss1 per la nostra volontaria non adesione alla campagna vaccinale. Per i clienti che hanno prodotti in giacenza da ritirare si prega di suonare il campanello".
E poi arriva la stoccata, anche poi argomentata anche sui social della titolare, Cristina Muratore, diretta allo Stato:
"Si riaprirà al ritorno della democrazia".
La decisione dell'Azienda sanitaria
Il cuore della polemica (e della scelta compiuta dalla Ulss di chiudere l'esercizio commerciale) ruota attorno alla decisione del direttore di non vaccinarsi. Per l'azienda sanitaria ci sarebbero ancora margini per poter cambiare rotta. Ma fino a quel momento, resta l'ultimatum: o si trova un direttore vaccinato oppure si chiude. E così è stato. Sembra che la farmacia ne stia ancora cercando uno, ma nel mentre i lavoratori si sono fermati per una settimana.
Dal nazismo ai portuali triestini
Vero è comunque che in un recente post su Facebook, la titolare scomoda Hannah Arendt, la politologa e filosofa tedesca naturalizzata statunitense dopo aver lasciato la Germania a causa delle persecuzioni naziste.
"E' l'imperativo di Hannah Arendt, nel suo testo La banalità del male, secondo cui nessuno ha il diritto di giustificare il proprio operato criminale dicendo che QUALCUNO gli ha dato il diritto di farlo. Se hai obbedito a un ordine che ti imponeva di uccidere un bambino, per esempio, NESSUNO ti ha dato il diritto di farlo (semmai l’hai fatto per DOVERE). Quell’omicidio lo compi solo tu, attingendo alla tua esecranda miseria.
Arendt (richiamandosi a Kant, anzi restaurando il pensiero di Kant scempiato da Adolf Eichmann) ci fa notare che il diritto nasce invece sempre da un atto autonomo, non dall’obbedienza a un ordine esterno, e perciò talvolta è persino giusto e “morale” ribellarsi alla legge, ovviamente non se questa legge mi impone di fermarmi al semaforo o di pagare le tasse, ma di uccidere un bambino o di contribuire allo sterminio di un popolo".
Sul suo profilo Facebook, poi, anche altri contenuti che fanno riferimento anche ai portuali No Green pass triestini.
https://youtu.be/N6YPRGhinRY
Insomma, la questione di principio e il parallelismo col Nazismo sembrano chiari: la parte del "cattivo" la recita lo Stato, mentre i "buoni", in questo caso, sono i "vessati" aderenti al movimento No Green pass, a prescindere dall'inconsistenza delle tesi No vax.
I POST DELLA TITOLARE DELLA FARMACIA: