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Gli 85 anni del palazzo delle Poste di Belluno

L’entrata principale è riconoscibile per due archi a tutto sesto alti circa 10 metri...

Gli 85 anni del palazzo delle Poste di Belluno
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Progettato dall’architetto Alberto Alpago Novello, esponente di spicco del movimento chiamato “Novecento”, nella semplificazione delle linee e nel richiamo al classicismo trova la sua ragion d’essere.

Gli 85 anni del palazzo delle Poste di Belluno

Quando si pensa alle Poste e alla loro storia si pensa subito ai pacchi e alle cartoline, ai vaglia e ai libretti di risparmio. Si pensa a come abbiano contribuito a fare l’Italia e a fare gli italiani, a come abbiano favorito e accompagnato la crescita e lo sviluppo del Paese. Più raramente si pensa al contributo che le Poste hanno dato e continuano a dare alla bellezza del nostro Paese, con i palazzi, con le opere d’arte che vi sono accolte, con le sculture che li adornano e con i preziosi arredi che li contraddistinguono. Un patrimonio di bellezza diffuso in tutta Italia, non solo nelle città più grandi, nelle metropoli, ma anche in città minori sì, ma solo per dimensioni. È questo il caso del Palazzo delle Poste di Belluno che quest’anno – il quattro novembre – ha compiuto 85 anni. Peraltro portati benissimo.

“Grandioso” venne definito all’epoca dal Gazzettino, enfatizzando così il progetto realizzato dall’architetto Alberto Alpago Novello, con la collaborazione di Ottavio Cabiati.

Una pulizia formale all’esterno che viene “smentita” una volta entrati nel palazzo, dove il visitatore viene accolto da un’esplosione cromatica priva di condizionamenti neoclassici, grazie ai marmi e agli smalti degli interni e degli arredi. Il palazzo sorge in Piazza Duomo, è costruito in stile Novecento e ha sostituito l’edificio delle carceri e alcune abitazioni private preesistenti. Ha tre piani e una pianta regolare e squadrata. Centro del palazzo è la sala per il pubblico a copertura piana, con atrio antistante dal quale si accede a tutti i locali per i servizi ai clienti e alle scale. L’entrata principale è riconoscibile per due archi a tutto sesto alti circa 10 metri.

Il basamento e le facciate sono incorniciati da lastre in calcare di Castellavazzo e intonacate bianche, mentre l’atrio, la sala per il pubblico, gli archi e le pavimentazioni sono in marmo di vari colori: un’esplosione cromatica, anche negli arredi, senza condizionamenti neoclassici, a contrasto con le linee pacate e sobrie dell’esterno di matrice Novecentista.

I tavoli erano dotati di un’ossatura di ferro e di un’imbottitura di forati per i sostegni e rivestiti in Verde Issoire lucidato. I calamai, disegnati da Alpago Novello, realizzati in marmo nero con il serbatoio della penna profilato in smalto rosso. Gli sgabelli con cuscino in cuoio rosso hanno il supporto in patinato verde. Portacarte e portaombrelli sono in bronzo. I lampadari cilindrici, di grande pregio, sono in vetro di Murano con fasce in ottone, secondo lo stile in voga in quel periodo. Era previsto anche un impianto di inoltro automatico della posta tramite nastro trasportatore, che dalle due buche esterne d’impostazione arrivava fino alla sala dei portalettere: il primo impianto di questo tipo nelle Tre Venezie.

Sempre molto stretto il rapporto tra l’architettura e le altre arti, considerati anche gli stanziamenti ad hoc inseriti nei capitolati. Per il palazzo di Belluno ci si affida agli stucchi interni di Napoleone Martinuzzi, ai mosaici e alle due sculture di Salvatore Saponaro, posizionate sulla facciata esterna del corpo, eseguite in pietra bianca di Pinè e raffiguranti l’Allegoria della Posta.

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