L'ex vicesindaco Lionello Bellotti è morto per una puntura di zecca dopo un anno di calvario
Era stato vicesindaco a San Vito di Cadore. L'ipotesi avanzata è che a ucciderlo siano state le complicazioni derivate da una meningoencefalite da zecche
Il mondo delle istituzioni si stringe nel cordoglio per la scomparsa dell'ex vicesindaco di San Vito di Cadore. Aveva solo 61 anni.
L'ex vicesindaco Lionello Bellotti è morto per una puntura di zecca dopo un anno di calvario
E' stato punto da una zecca infetta e ha combattuto per più di un anno la sua battaglia, in ospedale. Ma alla fine non ce l'ha fatta. Era riuscito a tornare a casa per Natale, dalla sua famiglia, a San Vito di Cadore dove era stato anche vicesindaco in passato. Domenica, però, le sue condizioni di salute si sono aggravate ed è morto in ospedale a Belluno.
Ora, dunque, è il momento del cordoglio per il decesso di Lionello Bellotti, ferrarese di origine, nato a Comacchio nel 1960, ma che poi aveva scelto il Veneto come seconda casa. Ed è stato lì che ha intrapreso la sua carriera che l'ha poi portato a ricoprire l'importante incarico istituzionale. Per il momento si tratta solo di ipotesi, ma sembra che sia stata una complicazione della meningoencefalite provocata dalla zecca a provocare il decesso.
L'insegnamento, la passione per la politica e per la micologia
L'infezione virale, in altre parole, avrebbe causato altri problemi di salute che poi hanno compromesso l'organismo. Al di là degli impegni istituzionali aveva svolto con passione l'attività di insegnante di Matematica, Fisica e Informatica al liceo classico, e come docente era amato da tutti. A partire dagli anni Novanta, poi, aveva insegnato al liceo scientifico di Cortina, al classico di San Vito come docente di ruolo e si era speso tanto per la comunità.
Appassionato di micologia, l'altro grande amore era la politica. Per questo motiva aveva deciso di scendere in campo e questo suo impegno era stato premiato: tra il 1999 e il 2004 aveva rivestito la carica di vicesindaco a San Vito di Cadore, occupandosi di lavori pubblici. Era stato poi tra i banchi della minoranza nel "parlamentino" per i cinque anni successivi.
Un anno e mezzo fa la puntura di una zecca gli ha cambiato la vita, costringendolo a essere ricoverato in ospedale. Fino, come detto, alle festività natalizie, quando era riuscito a riabbracciare i famigliari. Ma poi le sue condizioni di salute si erano nuovamente aggravate.
Meningoencefalite da zecche
La meningoencefalite da zecche (Tbe: Tick Borne Encephalitis), o meningoencefalite primaverile-estiva, è una malattia virale acuta del sistema nervoso centrale, causata da un arborvirus appartenente al genere Flavivirus, molto simile ai virus responsabili della febbre gialla e della dengue.
L’encefalite da morso di zecca è stata identificata per la prima volta in Italia nel 1994 in provincia di Belluno. Dal punto di vista epidemiologico, oggi la Tbe è presente in focolai endemici in molti Paesi dell’Europa centro orientale e settentrionale, Italia compresa. In particolare nel nostro Paese dal 1994 al 1999 sono stati identificati 35 casi di malattia in provincia di Belluno.