Verso la normalità

Zaia: “Virus non è un’invenzione delle case farmaceutiche”

"E' in piedi il piano d'azione per la possibile (ma non certa) reinfezione autunnale. Schiereremo l'artiglieria pesante".

Zaia: “Virus non è un’invenzione delle case farmaceutiche”
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Tante le teorie complottiste che si sono diffuse sui social: Zaia interviene.

Il bollettino

Sono 445. 597 i tamponi effettuati (+5472 rispetto a ieri). In isolamento 5.015 persone (+1 in isolamento volontario, probabilmente un contatto con soggetti contagiati). I positivi sono 18.741 (+19). Ricoverati 796: di questi, 400 sono positivi, 396 sono negativi. Le terapie intensive sono 75 di cui solo la metà sono positivi. Abbiamo ormai sostanzialmente ripulito le terapie intensive dai positivi: questo vuol dire che si va verso terapie intensive Covid free. Non ci sono più pazienti da altre regioni e si sta finalmente tornando alla normalità. I dimessi sono 2.991 (+5). I morti sono 1.266 (+5), 1.666 se si considerano anche quelli deceduti al di fuori degli ospedali. Nati 68.

Continuano le fake news

“Stiamo andando verso una condizione di sostenibilità. Quello che ci preoccupa è che è un virus altamente contagioso che può mandare in terapia intensiva soggetti particolarmente sensibili. Voglio ricordare ai cittadini che questa non è un’invenzione delle aziende farmaceutiche: da questo virus ci si salva ma si hanno insufficienze renali, encefaliti, miocarditi e altre patologie da curare. Alcuni pazienti hanno perso l’uso degli arti inferiori: lo dico perché attingendo notizie da video whatsapp ci si fa l’idea che ci siamo messi d’accordo con i marziani e c’è una nuova strategia per gli equilibri del mondo.”

La seconda ondata di contagio

“E’ in piedi il piano d’azione per la possibile (ma non certa) reinfezione autunnale. Schiereremo l’artiglieria pesante e anche il progetto della banca del plasma. Abbiamo chiesto che ci sia un carico quotidiano dei prelievi fatti, del sangue immagazzinato e della raccolta rispetto ai potenziali donatori, ma anche un piano di lavoro rispetto alla lavorazione del sangue. In quanto soggetto attuatore in fase emergenziale, firmo da solo le carte per l’emergenza Coronavirus e rispondo direttamente per i provvedimenti: non lo dico per fare provocazioni ma perché siamo in una fase complicata. Portiamo avanti la partita del sangue perché dobbiamo avere un piano: se ad ottobre si definisce che una delle cure è il plasma, il soggetto attuatore non può non avere un magazzino per intervenire.”

L’iter per i donatori di plasma

Per quanti verranno contattati perché guariti dal Covid, l’iter è il seguente: viene fatto un prelievo del sangue preventivo, valutato il titolo anticorpale e, se questo è abbastanza alto, viene conservato il plasma. In Veneto, c’è uno dei tre laboratori nazionali di plasmaferesi e questo permette di agire in maniera veloce e sicura. Isolando le sacche, si suddividerà il contenuto per tre infusioni: attualmente, c’è una capacità di 10 sacche al giorno (30 infusioni), a regime normale. In autunno, si avrà quindi un buon magazzino.

Oggi pomeriggio ci sarà un’altro incontro in videoconferenza con il Governo. L’istanza che porterà avanti la Regione Veneto mira alla riapertura per il 18 maggio: non è un tana libera tutti ma bisogna avere rispetto per la salute degli altri, portando la mascherina e usando i dispositivi. Bisogna pensare al turismo, ai centri sportivi, al settore estetico e a tutte quelle realtà per cui non si può più attendere. 

 

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