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Rissa di Capodanno a Cortina: nella denuncia spunta il nome del figlio di un politico

Le vittime della violenta aggressione consumata in Corso Italia hanno presentato la denuncia e nel documento scritto c'è anche il nome del figlio di un europarlamentare di Fratelli d'Italia

Rissa di Capodanno a Cortina: nella denuncia spunta il nome del figlio di un politico
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Le cose sembravano essere andate in un altro modo. Almeno per una delle persone additate come responsabile della violenta aggressione avvenuta la notte di Capodanno in Corso Italia a Cortina. Era stato il padre, europarlamentare di Fratelli d'Italia, Alfredo Antoniozzi, a difendere a spada tratta il figlio, affermando che il giovane fosse totalmente estraneo alla rissa. Ma le carte depositate dalle vittime, invece, raccontano un'altra versione.

Rissa di Capodanno a Cortina: nella denuncia spunta il nome del figlio di un politico

Il figlio Tancredi, infatti, è tra i nomi accostati all'aggressione subita da un gruppo di giovani trevigiani. Un vero e proprio pestaggio, quello raccontato dalle vittime, dal quale i quattro veneti uscirono malconci dopo aver incontrato casualmente i coetanei romani in vacanza. Sei settimane dopo i fatti, dunque, lunedì mattina l'avvocato che rappresenta le vittime si è presentato in questura a Belluno per depositare formale denuncia per lesioni.

E l'unico nome che compare è proprio quello del figlio del politico. Anche perché la sua foto è stata rintracciata sui social ed è stata riconosciuta dai trevigiani. Ora spetterà alla Procura attraverso le indagini a far luce su quanto avvenuto e ad attribuire le eventuali responsabilità. Le vittime, tutti studenti trevigiani dello stesso liceo, tra i 17 e i 18 anni, hanno quindi descritto bene quanto avvenuto quella notte tra l'uno e il due gennaio.

In poche parole sarebbero stati affiancati dal gruppo di romani mentre stavano cantando una canzone scout che termina con un "Alè Treviso! Alè Treviso!". E questo dettaglio sarebbe anche visibile nel video allegato alla querela. In quel preciso istante i due gruppi si sarebbero sfiorati, ma i romani li avrebbero poi seguiti fino all'altezza dell'Hotel de la Poste per prenderli a cinghiate e poi colpendoli con calci e pugni. Il tutto condito da inni alla Lazio. Tre trevigiani sono finiti all'ospedale, uno ha perso i sensi a causa dei colpi incassati.

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