Minacce di morte per l'assessore Elena Donazzan: aveva contestato il prof trans Cloe Bianco, morto suicida nel Bellunese
L'assessore regionale all'Istruzione ha ribadito la propria posizione spiegando che "non è la scuola il luogo dell'ostentazione".
Nel 2015, quando la prof trans Cloe Bianco si era presentata a scuola vestita da donna, l'assessore Elena Donazzan aveva sollevato un vero e proprio polverone con un solo post sui social. Aveva spiegato la propria posizione, il proprio dissenso nei confronti di quel gesto. Ed era stata attaccata, anche ferocemente. Ora, però, Cloe si è tolta la vita nel suo camper. E quel post è tornato di attualità. Ma le cose sono decisamente cambiate e l'assessore regionale sta ricevendo una serie di minacce di morte...
Cloe Bianco, Donazzan: “Movimento Lgbt l'ha lasciato solo". E sui social arrivano le minacce di morte
Aveva 50 anni, Cloe Bianco, all'anagrafe Luca Bianco, ex insegnante all'istituto Mattei di San Donà di Piave, nel Veneziano. Ex insegnante perché aveva smesso di insegnare, sotto la spinta di minacce e insulti. Ex, purtroppo, anche perché lei non c'è più. E' suo il corpo carbonizzato trovato nel camper tra Auronzo e Misurina. Aveva annunciato sul suo blog la volontà di compiere il gesto estremo.
Ed è bufera per un post del 30 novembre 2015 dell’assessore all’Istruzione, formazione, lavoro e pari opportunità del Veneto, Elena Donazzan dove riportava una mail ricevuta da un docente. Lei aveva aggiunto “Traete da soli le vostre conclusioni”. Il post in questione:
In questi giorni Elena Donazzan è stata intervistata a 24 Mattino su Radio 24 a proposito della tragica fine di Cloe Bianco e l’assessore ha affermato:
“E' sconvolgente che il movimento Lgbt stia usando la morte tragica di una persona per fare una polemica politica. Io credo che chi ha lasciato solo il professor Bianco sia proprio il movimento Lgbt, perché a 7 anni di distanza, solo per cercare di trovare la visibilità, per attribuire una responsabilità, senza farsi una domanda sul modo del suo coming out. Perché dire che si è omosessuali è una affermazione, presentarsi in classe, perché questo accadde, con una parrucca bionda, un seno finto, una minigonna ed i tacchi è un’altra cosa. Venne usato allora, come bandiera di grande coraggio ed oggi viene usato in morte per fare una polemica tutta politica, perché sono di Fratelli d’Italia”.
Minacciata di morte sui social
Donazzan ha poi reso noto che da tre giorni continua a ricevere minacce di morte sui social:
"Da tre giorni i miei social sono attaccati con minacce di morte, con parole d’offesa a me e alla mia famiglia, alla mia vita, quindi se c’è una responsabilità di alzare i toni, è dall’altra parte. Io sono andata a rileggermi il post in cui parlavo di Cloe Bianco e pubblicai la mail arrivatami in ufficio e io scrissi ‘traete da soli le conclusioni’. Nelle successive interviste, parlai di chi va abbigliato in un certo modo senza aver preparato la cosa. Ho definito Cloe Bianco ‘un uomo vestito da donna’ e cos’è se non questo? Oggi a Milano c’è il sole o la pioggia? Qui c’è il sole e anche se volessi la pioggia il sole splende nel cielo”.
Donazzan ha poi concluso ribadendo che la scuola “non è luogo di ostentazione” e ha concluso:
"Sentire la propria sessualità in modo diverso, particolare, omosessuale, transessuale, ma non è la scuola il luogo della ostentazione perché di questo si trattò. Ci sono molti insegnanti gay che conosco, che si confrontano con me, che di certo non usano la scuola per farne una vetrina, che rispettano il luogo della scuola. In queste ore sono tornata su alcune vicende che hanno aperto un dibattito nazionale, non sono in Veneto, sui ragazzi richiamati ad un abbigliamento più consono al luogo istituzionale. Allora questo vale per i ragazzi ma non può valere per un docente? Che tipo di messaggio diamo?”.