La donazione

Un'anziana dona 50mila euro al Comune di Belluno

La somma servirà a implementare i servizi per gli anziani

Un'anziana dona 50mila euro al Comune di Belluno
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Anziani che aiutano anziani.

Un'anziana dona 50mila euro al Comune di Belluno

Che la Sersa-Gaggia Lante, la casa di riposo più grande della provincia con sede a Belluno, fosse in difficoltà era noto. Prima il covid, poi le bollette sempre più alte, hanno messo in ginocchio tutti compresi i centri per anziani. Ma in questi giorni è arrivato un aiuto inaspettato. Un’anziana bellunese ha donato 50mila euro al Comune.

La donazione è intestata al Comune di Belluno e, per espressa volontà della donna, sarà rivolta a migliorare e implementare i servizi rivolti agli anziani. I progetti saranno studiati dal settore sociale di Palazzo Rosso insieme a Sersa.

 

“Con il direttore Paolo Piazza e con l’assessore al sociale Marco Dal Pont, che ha curato l’iter, abbiamo già individuato in quali ambiti investire la somma, ora procederemo con il dettaglio dei progetti – spiega il sindaco Oscar De Pellegrin -. Pensiamo all’acquisto di ausili come carrozzine, ma anche al miglioramento degli spazi interni alla Sersa e dei servizi domiciliari per quelle famiglie che gestiscono a casa il proprio caro anziano”.

La casa di riposo, come comunicato qualche settimana fa, è in forte difficoltà. Sono 120 su una capienza complessiva di 152 i posti attualmente occupati in Sersa. Per l’anno in corso si prospetta una perdita di oltre 692 mila euro al netto dei 345 mila (405 ivati) già previsti dal contratto di servizio, cifra che scende a 542 mila se si considerano i 150 mila stanziati dall’amministrazione De Pellegrin con la variazione di bilancio approvata a luglio. Su quattro nuclei di servizi, due sono in equilibrio e due, invece, generano perdite.

“È per noi un’elargizione molto importante per diversi motivi, oltre naturalmente a quello economico – aggiunge il direttore della struttura -: perché ci riconosce una certa qualità del servizio e del modo in cui lo eroghiamo, in primis. In secondo luogo, perché ci consentirà interventi finalizzati a far sentire i nostri ospiti ancora più a casa e in famiglia. Non investiremo infatti in manutenzioni, ma in interventi negli spazi di aggregazione, penso al giardino del centro diurno o a quei nuclei che non hanno sale dedicate a questo”.

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