Bello: “Controlli nei parchi? Il Comune investa nella prevenzione ed eviti di tagliare fondi alle scuole”
Secondo l'ex consigliere il Comune avrebbe tagliato drasticamente i fondi per le scuole, azzerando i contributi per l'ampliamento dell'offerta formativa.
Non convince il progetto “Belluno sicura”.
Bello: “Controlli nei parchi? Il Comune investa nella prevenzione ed eviti di tagliare fondi alle scuole”
Anzi, alcuni si chiedono se serva davvero a qualcosa. È il caso di Paolo Bello, ex consigliere comunale a Palazzo Rosso e psicologo del Sert a Belluno.
“Mi è stato chiesto cosa penso dei sopralluoghi, che qualcuno definisce “rastrellamenti”, messi in atto in questi giorni al Parco Città di Bologna a Belluno – spiega Bello in un post Facebook - Fatte salve le eventuali esigenze di sicurezza dei cittadini, è fondamentale capire quello che la psicologia sociale sta indicando ormai da 40 anni: il controllo non è sinonimo di prevenzione! Inoltre, il controllo senza la prevenzione non funziona; rende le nostre azioni inefficaci e, talvolta, anche controproducenti”.
Il riferimento dell’ex consigliere è agli ultimi sopralluoghi fatti nei parchi dall’assessore alla Sicurezza Raffaele Addamiano insieme alle forze dell’ordine, a seguito di alcune lamentele di mamme spaventate per i loro figli. Secondo Bello, il Comune dovrebbe insistere di più sulla prevenzione e sulla formazione.
“Ma come si fa la prevenzione? – continua l’ex capogruppo del Pd - Le evidenze scientifiche ci dicono che la prevenzione più efficace è quella che facciamo in famiglia e a scuola. E qui casca l’asino perché l’amministrazione comunale di Belluno, all’ultimo Consiglio Comunale, ha deciso di tagliare drasticamente i fondi per le scuole di sua competenza (primo ciclo) azzerando i contributi per l’ampliamento dell’offerta formativa. Cioè azzerando proprio i contributi per quei progetti che hanno obbiettivi come l’educazione alla legalità, la lotta al consumo di sostanze, il bullismo, ecc”.
A poco servono quindi i controlli casuali nei parchi, aggiunge Bello, se poi non si prende il problema alla sua radice, e quindi partendo dalla scuola:
“Come se non bastasse, vengono ridotti del 60% i contributi alle scuole paritarie (le scuole d’infanzia private) che, come sappiamo, rivestono un fondamentale ruolo di supplenza non essendoci un numero di asili pubblici sufficiente a coprire le domande delle famiglie. In conclusione, vien da pensare che investire in formazione, cioè nel futuro della nostra comunità, interessi a poche persone. Forse perché non fa notizia e non è produttivo in termini di consenso elettorale?”