Misurina, la Regione alza le mani: "Abbiamo finanziato l'Istituto per anni, ma non ci sono pazienti"
Le puntualizzazioni della Regione sull’intenzione della proprietà, la Diocesi di Parma, di chiudere l’Istituto Pio XII di Misurina per bambini
I dati parlano chiaro.
La Regione alza le mani: "Abbiamo finanziato l'Istituto per anni, ma non ci sono pazienti"
L’anno scorso i pazienti ricoverati all’Istituto Pio XII in cicli di ricovero a tempo pieno per asma sono stati 124, meno di uno al giorno, (120 nel 2020 e 113 nel 2019), numeri che - secondo la proprietà - non permettono di sostenere le spese necessarie al mantenimento dell’imponente struttura. Anche l’ampliamento delle patologie curabili non ha riscontrato un significativo aumento delle presenze.
È per questo che la Regione ha fatto un passo indietro e spiegato la sua posizione: “Nessuna volontà di chiusura, anzi una progettualità condivisa, ma che si scontra con un’oggettiva difficoltà nel “trovare” pazienti”.
In merito alle notizie sull’intenzione della proprietà, la Diocesi di Parma, di chiudere l’Istituto Pio XII di Misurina per bambini, la Regione del Veneto e l’Opera Diocesana San Bernardo degli Uberti - Istituto Pio XII, hanno scritto delle precisazioni.
“La Regione del Veneto ha garantito la propria disponibilità ed il necessario sostegno all’Istituto, non solo garantendo i finanziamenti a rimborso delle attività di cura, ma promuovendo ogni sforzo per allargare lo spettro delle patologie curabili nell’Istituto e, non ultimo, ha proceduto all’aggiornamento delle tariffe di remunerazione delle prestazioni erogate da tutti i centri Ex Art. 26, dal primo gennaio 2022 che in particolare per il Pio XII ha consentito di beneficiare di un importo maggiore rispetto agli anni precedenti”.
In questi anni, la Regione e la proprietà hanno collaborato proficuamente anche con la partecipazione a numerosi tavoli condivisi tra le due realtà, riunioni sempre indirizzate alla ricerca di soluzioni che permettessero di garantire alla struttura una sostenibilità finanziaria, richiesta dalla proprietà. Tavoli che sono stati allargati ben oltre i confini della Regione Veneto, coinvolgendo anche la Conferenza delle Regioni, sollecitando l’invio di pazienti a Misurina.
“Nel 2019 la Giunta Regionale ha confermato il tetto di spesa pari ad euro 1.203.000 per ciascuno degli anni 2020-2022, esteso anche all’anno a venire – ha specificato l’ufficio stampa della Regione - Tetto di spesa liquidato sulla base delle prestazioni medico-sanitarie effettuate dall’Istituto (come per le Aziende Ospedaliere e le altre strutture in convenzione) ma mai raggiunto per la scarsità di pazienti. Nel 2021 la Regione ha liquidato rimborsi per 777.585 euro, nel 2020 per 725.749 euro. Con specifica delibera, nel 2021, è stata ampliata l’offerta assistenziale, con l’approvazione da parte della Regione del modello progettuale sperimentale per la riabilitazione dal Disturbo da deficit d'attenzione ed iperattività – ADHD, della durata di anni tre, affidandone la realizzazione all’Istituto che si è prontamente attrezzato. Nel merito, l’Unità Organizzativa Famiglia, Minori, Giovani e Servizio Civile della Direzione per i Servizi Sociali della Regione ha proceduto a numerosi incontri con tutti i servizi delle Aziende del Servizio Sanitario Regionale interessati e continua a monitorare l’invio dei pazienti secondo le caratteristiche previste dal progetto in parola”.
Nel giugno di quest’anno, nel tentativo di rafforzare l’attrattività dell’istituto, è stato approvato il Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale (PDTA) per la presa in carico del paziente in età evolutiva affetto da asma. Il decreto è stato trasmesso a tutte le Aziende del Servizio Sanitario Regionale, invitando i Direttori Generali a garantire l’applicazione dei relativi contenuti.
“Appare chiaro che da parte della Regione Veneto – si legge a conclusione del comunicato - non è mancato lo sforzo per cercare di dare all’Istituto di Misurina ogni strumento necessario per poter mantenere, ed estendere, il numero di pazienti e l’attività di cura. Volontà auspicata anche dalla proprietà. Ma è doveroso osservare che i pediatri, anche a causa di mutate indicazioni terapeutiche che trovano altre risposte nell’ambito del sistema sanitario, non inviano più pazienti in numero che giustifichi l’apertura dell’Istituto secondo i criteri attuali, rendendo non sostenibili dalla proprietà le spese d’esercizio, stante le attuali condizioni”.