Servizio Dolomitibus a rischio: mancano 40 autisti
Il sindacato: “Tante dimissioni. I lavoratori, a parità di stipendio, preferiscano un posto in fabbrica che garantisce meno responsabilità”
Critica la situazione del trasporto pubblico in provincia di Belluno: ci sono i mezzi, anche ecologici, ma non il personale che possa guidarli.
Servizio Dolomitibus a rischio: mancano 40 autisti
“Ben vengano l’impegno per il rinnovo del parco mezzi e la svolta green, ma ricordiamo che la centralità del problema del trasporto pubblico della provincia di Belluno rimane la carenza di personale: oggi il servizio è garantito esclusivamente dal lavoro in straordinario a cui sono costretti i dipendenti di Dolomiti Bus per coprire la mancanza di almeno 40 autisti”.
Commenta così Stefano Bergamin della segreteria Fit Cisl Belluno Treviso la presentazione della nuova flotta di bus ecologici dell’azienda bellunese del trasporto pubblico locale avvenuta nei giorni scorsi.
“Il servizio di trasporto pubblico - sottolinea Bergamin - è un servizio sociale garantito dalla Costituzione, necessario per la vita quotidiana dei cittadini, soprattutto in un territorio complesso come quello di Belluno. Bene il potenziamento anche in vista della Olimpiadi del 2026, ma quello che serve alla comunità è un trasporto pubblico stabile e garantito nel tempo. E perché questo diventi realtà, non basta rinnovare la flotta dei mezzi, ma occorre affrontare il problema della carenza di personale, che non ha solo a che vedere con la difficoltà a reperire lavoratori che vogliano mettersi alla guida di un autobus”.
Bergamin infatti fa notare le continue dimissioni da parte di chi lavora in Dolomiti Bus, spiegandone anche le cause.
“È chiaro che i lavoratori, a parità di stipendio, preferiscano un posto in fabbrica che garantisce meno responsabilità, sabato e domenica liberi, orari fissi e tutte le ore d’impegno giornaliero pagate. L’autista, invece, a fronte di un impegno giornaliero che, con soste non retribuite tra un servizio e l’altro e straordinari può arrivare fino a 14 ore fuori casa, viene pagato per 6 ore e mezza al giorno ed è costretto anche a subire le lamentele dell’utenza, come se fosse il front office dell’azienda, oltre che affrontare le strade che, in una provincia come quella di Belluno, soprattutto in inverno, presentano insidie e difficoltà”.
La vicenda Se.Am., con il passaggio del servizio di trasporto di Cortina e dei lavoratori in Dolomiti Bus per far fronte alla mancanza di autisti, è l’evidenza (secondo Bergamin) della situazione attuale del trasporto pubblico in provincia di Belluno.
“Molti autisti, alla notizia della fusione con Dolomiti Bus, hanno preferito dare le dimissioni, creando ulteriori carenze di personale – conclude il sindacalista - La soluzione, per la Fit Cisl di Belluno Treviso, è una sola: mettere al centro del progetto Dolomiti Bus le donne e gli uomini che quotidianamente si impegnano per mandare avanti l’azienda. Valorizzando chi è in azienda si avrà l’effetto di limitare ulteriori dimissioni e questo sarà il miglior biglietto da visita da presentare per incentivare i giovani a intraprendere una carriera lavorativa in un territorio meraviglioso come quello bellunese e soprattutto a condizioni dignitose”.