Sindacati su Safilo: "Non accetteremo che si perda un solo posto di lavoro"
Il patto per l'occhialeria è stato accolto con entusiasmo ma continua la preoccupazione per Safilo. A breve l'incontro con l'azienda nella sede di Longarone per cercare di salvare i 468 lavoratori
Bene il protocollo per l'occhialeria, ma attenzione a Safilo.
Sindacati su Safilo: "Non accetteremo che si perda un solo posto di lavoro"
“Il prossimo appuntamento importante è fissato il 12 aprile, quando incontreremo l’azienda nello stabilimento di Longarone per parlare del futuro di 468 lavoratori, che vanno salvati tutti, così come va salvaguardato il sito produttivo di Longarone - spiega il segretario generale della Femca Cisl Belluno Treviso Gianni Boato. - Al di là del vociferare le posizioni sono molto chiare: non accetteremo che si perda un solo posto di lavoro. È evidente che Safilo non voglia più impegnarsi nel territorio di Longarone, ma questo non significa che non debba venire meno la responsabilità dell’azienda rispetto ai lavoratori che in questi anni con moltissimi sacrifici le hanno permesso di ottenere risultati importanti in termini economici e di reputazione: lo stabilimento va venduto a chi s’impegna ad assorbire tutti i dipendenti, non solo una parte”.
Nel Patto territoriale per l’occhialeria siglato da tutte le Associazioni di rappresentanza e la Regione Veneto e presentato oggi a Longarone nell’ambito del convegno “Scenari e prospettive per l’occhialeria: un’eccellenza del made in Italy”, si guarda con lungimiranza anche alla gestione di crisi aziendali, sottolinea la segretaria Femca Milena Cesca a margine del convegno.
“Oggi stiamo affrontando il caso Safilo - sottolinea la segretaria - ma il protocollo d’intesa traccia anche delle linee guida fondamentali per affrontare situazioni di aziende in fase di riorganizzazione o ristrutturazione. In particolare, si punta sulla formazione come strumento operativo da utilizzare a fronte di possibili crisi aziendali che necessitino di percorsi di riqualificazione di personale in uscita da realtà aziendali, per agevolare e facilitare l’assorbimento di manodopera qualificata, tenendola aggiornata e formata, evitando così il rischio di dispersione delle conoscenze e competenze”.
Un punto di partenza, quindi.
“I contenuti del Protocollo - prosegue Cesca - sono il solco entro cui continuare a lavorare anche per il futuro, perché pongono l’accento sul tema della formazione, sia continua che intesa come riqualificazione e aggiornamento professionale, che come formazione di alto profilo: il settore si sta trasformando e avrà sempre più bisogno di alta professionalità e qualifiche in grado di interpretare nel modo migliore la fascia del lusso. L’altro tema posto come prioritario è quello della attrattività del territorio e delle aziende”.