Ucraini a Belluno, il sindaco: “Famiglie integrate, ci aiuteranno contro lo spopolamento”
Attualmente, nel capoluogo, si trovano 42 cittadini ucraini, di cui 37 all’ex asilo Cairoli e 5 nella canonica della parrocchia di San Gervasio
Sono 42 i cittadini ucraini ancora accolti in città a Belluno.
Ucraini a Belluno, il sindaco: “Famiglie integrate, ci aiuteranno contro lo spopolamento”
Trentasette all’ex asilo Cairoli e cinque nella canonica della parrocchia di San Gervasio. A oltre un anno dall’arrivo nel capoluogo di uomini, donne e bambini in fuga dall’Ucraina colpita dalla guerra, il bilancio dell’accoglienza è positivo e lascia ben sperare il sindaco Oscar De Pellegrin sulla permanenza in pianta stabile sul territorio di diversi nuclei famigliari.
“Continuiamo a seguire da vicino le famiglie al Cairoli – spiega il primo cittadino - sappiamo che qualcuno ha trovato lavoro, altri sono partiti per la stagione in qualche località turistica e i bambini sono già iscritti alle scuole qui. La struttura messa a disposizione dal Comune, unitamente ai pasti forniti due volte al giorno da Sersa, ha dato risposta concreta ed efficace all’emergenza umanitaria e potrà avere ricadute positive sul nostro territorio in termini di popolazione”.
Sono quarantadue (tredici nuclei famigliari e sei singoli) i cittadini ucraini ancora presenti a Belluno e divisi tra l’ex asilo Cairoli di via del Piave, la canonica di San Gervasio e la struttura di Sersa a Cavarzano dove è attualmente ospitata un’anziana ucraina arrivata sola. I minori sono al momento 14 (quattro bambine e dieci bambini) e tutti sono iscritti a scuole e istituti del territorio per l’anno scolastico 2023/2024 mentre gran parte degli adulti già da mesi frequenta il Cpia.
“Nei mesi si sono create le condizioni per una vera integrazione, quello che abbiamo sperato sin dall’inizio – commenta il sindaco - Una famiglia è diventata autonoma e si è sganciata dalla struttura comunale per andare a vivere in un appartamento in città e due giovani maggiorenni hanno trovato impiego stagionale nelle strutture turistiche. Il territorio ha offerto la possibilità di restare e di costruire progetti di vita qui, ne siamo orgogliosi”.