Vertice Dolomitibus-Provincia non convince: sindacati pronti allo sciopero
La Provincia: "A fronte di un corrispettivo chilometrico di 1,82 euro per il territorio bellunese, i nostri vicini del Trentino-Alto Adige possono contare su un corrispettivo di 3,6 euro"
Il vertice in prefettura sulla situazione Dolomiti Bus non ha raggiunto le aspettative di lavoratori e sindacati.
Vertice Dolomitibus-Provincia non convince: sindacati pronti allo sciopero
"C’è un problema di risorse, economiche e umane. E va risolto nel più breve tempo possibile, con la collaborazione di tutti gli attori. Collaborazione che abbiamo registrato oggi anche da parte dei sindacati, dell’azienda e dei lavoratori".
È quanto affermano il presidente della Provincia di Belluno Roberto Padrin, e il consigliere provinciale delegato ai trasporti Dario Scopel, al termine del vertice convocato in Prefettura per analizzare il tema del trasporto pubblico locale e la procedura di raffreddamento avviata dai sindacati di categoria nei confronti di Dolomitibus.
Il vertice si è concluso senza la ricomposizione e di conseguenza i sindacati si sono detti pronti ad andare alla fase successiva, vale a dire lo sciopero.
"La posizione dei sindacati e dei rappresentanti dei lavoratori è condivisibile - afferma il presidente Padrin - A fronte di un corrispettivo chilometrico di 1,82 euro per il territorio bellunese, i nostri vicini del Trentino-Alto Adige possono contare su un corrispettivo di 3,6 euro, mentre in Friuli Venezia Giulia si arriva a 2,5 euro. Il tema è sostanzialmente questo: in un territorio di montagna servono risorse aggiuntive, soprattutto per chi lavora in zone orograficamente e demograficamente svantaggiate".
E conclude.
"La Provincia porterà la questione sui tavoli regionali e governativi, nel frattempo chiede all’azienda Dolomitibus di fare il possibile per limitare i disagi. Sappiamo che nei prossimi giorni arriveranno altri autisti dal gruppo Autoguidovie e questo servirà a tamponare la situazione. Ma abbiamo bisogno di soluzioni strutturali, che non possono prescindere da un riconoscimento diverso delle difficoltà del lavorare e vivere in montagna".