Longarone intitola un viale agli "angeli" del Vajont
Domani, lunedì 9 ottobre, la giornata sarà incentrata sulla visita del presidente della Repubblica Sergio Mattarella
Senza soccorritori, oggi Longarone probabilmente non esisterebbe.
Longarone intitola un viale agli "angeli" del Vajont
E proprio a loro - a chi si è adoperato per estrarre le salme dal fango e ha prestato il proprio aiuto per far ripartire la vita interrotta dall’onda del 9 ottobre 1963 - è stato intitolato un viale.
Longarone celebra oggi la Giornata del Soccorritore, uno dei momenti più importanti del 60esimo anniversario del Vajont. Alle 11.30 si è tenuta la cerimonia di intitolazione del Viale Soccorritori del Vajont.
Si tratta della strada su cui si affaccia Longarone Fiere, a testimonianza del legame stretto e inscindibile tra l’opera solidale dei soccorritori del 1963 e la nuova Longarone nata dalla ricostruzione.
"La via è dedicata a chi ha svolto con dedizione il proprio lavoro perché aveva un lavoro da fare e perché quel lavoro andava fatto - ha spiegato il sindaco di Longarone Roberto Padrin - A chi è accorso semplicemente perché ha sentito che andava fatto, senza pensare. In quei momenti non c’è tempo per pensare. Il soccorritore è un misto di sensazioni, emozioni, pensieri e soprattutto azioni che si compiono per quella parola magica che si chiama solidarietà. La solidarietà è quel sentimento altamente civico e cristiano che si manifesta proprio nell'opera di soccorso, ma non è solo esempio di efficiente macchina organizzativa, in quella parola c'è un'anima, c'è una passione, c’è senso del dovere e grande sensibilità".
Tante di queste azioni sono state compiute dopo le 22.39 del 9 ottobre 1963.
"Numerosi i corpi senza vita, ricomposti e lavati per restituire loro la dignità della sepoltura, tante le bare costruite e accolte negli obitori - ha aggiunto Padrin - In questo caso la tempestività, la preparazione, la forza d’animo degli angeli che ci sono venuti in soccorso – come più volte ho definito i soccorritori del Vajont perché tali sono – sono serviti essenzialmente a recuperare cadaveri di vittime innocenti. Ma tanti sono stati anche i feriti portati in salvo, le tende preparate per i superstiti e i sopravvissuti - loro stessi vittime e soccorritori – i pasti preparati, i vestiti donati, i chilometri percorsi. Non so dirvi quanti e per quanto tempo, ma quello che posso dirvi è che tutte queste persone c’erano – voi ci siete stati - dall’inizio alla fine, in mezzo solo sacrificio e duro lavoro. Grazie".
Domani, lunedì 9 ottobre, la giornata sarà incentrata sulla visita del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. La cerimonia comincerà al Cimitero monumentale di Fortogna alle 11 e proseguirà nell’area della diga alle 12. Ai due siti sarà possibile accedere solo su invito, ma l’intera cerimonia sarà trasmessa in diretta su Rai1.
Nel pomeriggio ci saranno tutti gli altri appuntamenti. A cominciare dal convegno di apertura della Settimana nazionale della Protezione Civile. Alle 14.30 al Centro culturale “F. Parri” si parlerà di “Sguardi sul Vajont – Linguaggi e saperi a confronto sessant’anni dopo la catastrofe”, a cura del Dipartimento di Protezione Civile, Regione Veneto e Regione Autonoma Friuli Venezia-Giulia.
Alle 16 il patriarca di Venezia monsignor Francesco Moraglia e il vescovo di Belluno Feltre monsignor Renato Marangoni concelebreranno la messa in suffragio delle vittime al Cimitero monumentale di Fortogna.
In serata, la veglia di preghiera che partirà da Pirago alle 21 e culminerà in chiesa a Longarone nel silenzio delle 22.39, in concomitanza con l’opera teatrale VajontS 2023 che Marco Paolini ha portato in oltre 100 teatri italiani e che nel Bellunese sarà proposta da diversi teatri, tra cui il Comunale di Belluno.