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“Assalto alle Alpi”, al Comunale di Belluno lo spettacolo di Marco Albino Ferrari

Ferrari, giornalista e scrittore, creatore della rivista Meridiani Montagne e autore di molti libri di successo, è stato responsabile del settore Cultura del Club Alpino Italiano

“Assalto alle Alpi”, al Comunale di Belluno lo spettacolo di Marco Albino Ferrari
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Mercoledì 11 ottobre alle 21 la rassegna “Oltre le vette” ha in programma uno degli appuntamenti più attesi, lo spettacolo “Assalto alle Alpi”, di e con Marco Albino Ferrari.

“Assalto alle Alpi”, al Comunale di Belluno lo spettacolo di Marco Albino Ferrari

Dopo il debutto a Trento a maggio, lo spettacolo sta riscuotendo un notevole successo, con molte repliche in tutta l’Italia settentrionale. Ferrari, giornalista e scrittore, creatore della rivista Meridiani Montagne e autore di molti libri di successo, è stato responsabile del settore Cultura del Club Alpino Italiano. Il suo è un ritorno a Oltre le vette e molti ricorderanno, ad esempio, il suo spettacolo su Bill Tilmann di qualche anno fa.

Nella serata di mercoledì 11 ottobre Ferrari porterà sul palco del Teatro Comunale il suo intenso monologo Assalto alle Alpi, un racconto dal vivo tratto dal libro con lo stesso titolo edito da Einaudi. Dopo il debutto a Trento nel mese di maggio, la rappresentazione ha già avuto infatti decine di fortunate repliche in tutta Italia.

Lo spettacolo è un one man show di oltre un’ora, tutto a braccio, accompagnato da effetti sonori e proiezioni di immagini.

Il tema è quello del turismo delle Alpi, del turismo passato – in particolare nella seconda metà del Novecento - e di quello futuro, e delle scelte che questi decenni del nuovo secolo ormai impongono. Partendo da esempi concreti di diverse zone dell’arco alpino, in questa sua forte orazione civile Ferrari guida il pubblico in una riflessione sui tanti errori fatti da imprenditori, amministratori, ma anche cittadini e valligiani, poco sensibili ai valori della montagna.

Certo, i problemi di oltre mezzo secolo fa avevano altri nomi, si parlava di emigrazione, di posti di lavoro, di un’economia di montagna che dopo la guerra segnava ancora profondamente il passo, mentre in pianura e intorno alle città un modello di sviluppo aggressivo e dai risultati sorprendenti faceva parlare addirittura di boom. Errori forse giustificabili, quindi, o almeno comprensibili.

Ma oggi? Superata la visione miope, che consentiva di vedere bene solo da vicino, del turismo in montagna, come affrontare le scelte importanti che ci attendono? Se oltre al turismo con numeri in crescita dovremo affrontare anche la richiesta di benessere offerta dalle terre alte rispetto alle città surriscaldate, come dovrà agire chi governa, chi fa impresa, chi vive quassù?

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