il riconoscimento

Laurea honoris causa a Marco Paolini per i lavori sul Vajont e su Galileo

Il racconto del Vajont, si legge nelle motivazioni, è “una vera e propria riflessione di Filosofia della Scienza che ci ricorda che ogni opera artatamente costruita dall’uomo e inserita nell’ambiente naturale rende necessario l’apporto e la supervisione critica della ricerca scientifica”

Laurea honoris causa a Marco Paolini per i lavori sul Vajont e su Galileo
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Conferita all’attore, autore e regista Marco Paolini la laurea honoris causa in Filosofia e Forme del Sapere.

Laurea honoris causa a Marco Paolini per i lavori sul Vajont e su Galileo

La cerimonia si è svolta nell’aula magna nuova del Palazzo “La Sapienza”, a Pisa, e si è aperta coi saluti del Rettore Riccardo Zucchi. Poi hanno preso la parola il professore Pierluigi Barrotta del Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere, la professoressa Alessandra Fussi, presidente del Corso di laurea in Filosofia e Forme del Sapere. A conclusione della cerimonia, Marco Paolini ha tenuto la sua Lectio Magistralis intitolata “Pratica e grammatica del (mio) mestiere del teatro”.

“Una laurea honoris causa è anzitutto un modo per onorare chi la riceve, è questo è certamente il caso di Marco Paolini, figura di grande rilievo nel mondo dell’arte, del teatro, della cultura e dell’impegno civile - ha spiegato Zucchi - Marco Paolini ci apre nuove prospettive. Nel suo caso, la laurea honoris causa in Filosofia e Forme del Sapere enfatizza in particolare l’uso del metodo teatrale e dialogico per una rilettura critica di ciò che riteniamo noto, evoluzione moderna di un approccio che risale ai grandi dialoghi di Platone”.

Sull’impegno civile di Marco Paolini è tornata anche la motivazione del conferimento della laurea honoris causa letta subito dopo dal professore Pierluigi Barrotta, ordinario di Logica e Filosofia della Scienza del Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere.

“Il teatro di Marco Paolini – ha detto Barrotta - è un teatro civile e di denuncia basato sul coraggio della presa di posizione e sull’importanza di tenere vivo il pensiero critico e dubitoso che rappresenta la linfa vitale della ricerca filosofica”.

Il riferimento è a due lavori di Paolini: il racconto del Vajont, considerato “una vera e propria riflessione di Filosofia della Scienza che ci ricorda che ogni opera artatamente costruita dall’uomo e inserita nell’ambiente naturale rende necessario l’apporto e la supervisione critica della ricerca scientifica”, e ITIS Galileo che “rappresenta una pietra miliare per chi si occupa dei legami tra la Filosofia e la Scienza, ma anche per chi si batte per l’indipendenza e laicità della seconda”.

“Nel teatro di Marco Paolini la narrazione ha un ruolo centrale, che per semplicità vi proporrò di considerare socratica - ha sottolineato la professoressa Alessandra Fussi - Come filosofe e filosofi emotivamente coinvolti nel suo teatro gli esprimiamo oggi la nostra gratitudine. Perché non solo ci ha invitato a considerare questioni che riguardano noi e il nostro passato, ma, soprattutto nelle sue opere più recenti, ci ha proposto riflessioni appassionate sul rapporto fra le generazioni e sulla responsabilità che abbiamo tutti e tutte di immaginare assieme un futuro accettabile per l’ecosistema terra”.

Dopo il conferimento ufficiale della laurea in Filosofia e Forme del Sapere, ha infine preso la parola Marco Paolini che ha tenuto la sua Lectio Magistralis intitolata “Pratica e grammatica del (mio) mestiere del teatro”. Nel suo appassionato e personale racconto del suo rapporto con il teatro, Paolini ha ricordato i suoi esordi, gli scrittori e autori che hanno influenzato il suo percorso come Luigi Meneghello e Peter Brook sino ai progetti futuri.

“Il mio è un mestiere di incontri – ha commentato Paolini - Devi accorgerti quando succedono, per questo tengo un quaderno. L’unico criterio utile è il numero sulla copertina. Sarà un caso ma gli appunti per questa occasione son finiti sul quaderno n. 100. Son circa 8/9.000 pagine di quaderni che non servono granché, ma ogni tanto vengono buone per non perdersi o per accorgersi che sto girando in tondo. È questa la natura del mio lavoro”.