Brasiliani alla conquista della Val di Zoldo, Comune con più residenti all’estero che abitanti
Gli uffici comunali sono in affanno: devono smaltire 551 richieste di cittadinanza da parte di brasiliani, discendenti di bellunesi emigrati nel secolo scorso
Da qualche giorno, fuori dal municipio della Val di Zoldo, sventola bandiera brasiliana. Motivo? L’ufficio Anagrafe del Comune non riesce più a star dietro alle centinaia di domande che arrivano ogni giorno da parte di discendenti di bellunesi emigrati in Brasile nel secolo scorso. E che, ora, pretendono la residenza.
Brasiliani alla conquista della Val di Zoldo, Comune con più residenti all’estero che abitanti
Il Comune ne deve smaltire ben 551! C’era una volta il Comune di Val di Zoldo, verrebbe da dire: poche migliaia di anime immerse nella bellezza delle Dolomiti. Oggi il Comune esiste ancora, ma è abitato da 2.745 persone di cui 1.720 italiani residenti all’estero. La metà di questi, poi, si trova in Brasile. E ce ne sono altri 500 che stanno cercando in tutti i modi – principalmente per via legale – di ottenere la cittadinanza italiana.
L’ufficio, composto da due persone, di cui una part-time, è in affanno. Non solo. Rischia addirittura di ricevere ricorsi e denunce (come già accaduto) da parte dei richiedenti brasiliani che si sono affidati ad avvocati bellunesi per vedersi riconoscere i loro diritti.
“Priorità alle pratiche dei cittadini italo brasiliani per scongiurare di esporre il Comune a ulteriori ricorsi, denunce o richieste di risarcimento – commenta il primo cittadino Camillo De Pellegrin – Ci occuperemo prima delle cittadinanze iure sanguinis e poi dei nostri residenti visto che questo vuole lo Stato. Comune di Val di Zoldo del Brasile, Stato del Rio Grande do Sul. Faremo svettare anche la bandiera brasiliana”.
Sono 551 gli atti di stato civile provenienti dall'estero che aspettano di essere trascritti. Le richieste più datate sono del 2018-2019. Un arretrato che cresce esponenzialmente grazie alla cittadinanza iure sanguinis che può essere riconosciuta per via giudiziale, e non solo più per via amministrativa, tramite il Consolato italiano di residenza all'estero.
“In Consolato l'attesa per il riconoscimento della cittadinanza italiana iure sanguinis è di decenni – spiega De Pellegrin – così è arrivato l'escamotage geniale di chiedere il riconoscimento tramite un Tribunale italiano, scavallando, se si hanno i denari per nominare un avvocato in Italia, la fila consolare, col risultato che sui Comuni viene scaricata la trascrizione di decine e decine di atti di nascita, matrimonio, divorzio, morte. E poi vanno iscritti in AIRE e poi nelle liste elettorali e avanti. Questo accade ormai senza soluzione di continuità. Arriva il corriere e scarica il pacco di atti con in cima la sentenza del Tribunale, in genere di Roma, con tanto di ordine di adempimento. E quindi che si fa? Si prova a tamponare, rincorrendo le diffide degli avvocati che invocano denunce per omissione di atti d'ufficio, risarcimenti e ricorsi per le mancate trascrizioni. Ma visto che non esistono solo le pratiche dei brasiliani da gestire si rimane indietro e prima o poi il ricorso arriva, come è appena accaduto a Val di Zoldo con un ricorso al TAR per mancata ottemperanza a una sentenza”.
Ovviamente, l’enorme mole di lavoro, ma anche la paura di ricevere diffide, ha spinto il Comune a congelare per il momento tutto ciò che riguarda i suoi cittadini per favorire lo smaltimento di tali richieste.
“L'ennesimo scandalo legato allo iure sanguinis – conclude De Pellegrin – E non è certo un problema che riguarda solo Val di Zoldo, decine e decine di Comuni sono sommersi di pratiche. Qualcuno vorrà prima o poi andare alla "radice" del problema?”.
Negli ultimi anni il Comune val di Zoldo ha bussato ad ogni porta per segnalare la situazione delle cittadinanze iure sanguinis: Questura, Prefettura, ministero dell'Interno, ministero degli Affari Esteri, carabinieri, guardia di finanza, Anci, Anusca. Soluzioni, a detta del sindaco, non ne sono arrivate. Intanto, però, le richieste degli italiani residenti all’estero continuano ad aumentare…