Chiude la galleria Comelico per tre anni: “La valle morirà”
L’allarme è dei sindacati ma riflette la paura di un intero territorio che ha definito la decisione “una catastrofe sociale ed economica”
Un’intera vallata allarmata per la chiusura della galleria Comelico che dovrebbe scattare in primavera.
Chiude la galleria Comelico per tre anni: “La valle morirà”
I segretari generali di Cgil Belluno, Cisl Belluno Treviso e Uil Veneto Belluno, rispettivamente Denise Casanova, Massimiliano Paglini e Sonia Bridda hanno definito la decisione di chiudere la galleria “una catastrofe sociale ed economica” che durerà circa tre anni e hanno chiesto un incontro urgente con il prefetto.
Al tavolo verranno chieste tempistiche, gestione del cantiere e viabilità alternativa per non far morire un’intera vallata. Quelli in galleria Comelico, come già spiegato in più occasioni – saranno lavori di consolidamento, impermeabilizzazione e regimentazione delle acque.
“Lo spopolamento della montagna non si combatte con le chiacchiere, ma con azioni concrete, garantendo servizi e una mobilità degna di un Paese civile - spiegano Casanova, Paglini e Bridda -. Sono stati spesi fiumi di parole per la pista da bob di Cortina e neanche un accenno per una valle alla quale viene precluso per tre anni il transito attraverso lo snodo principale e fondamentale per il presente e il futuro dei suoi cittadini”.
Al Prefetto, Cgil, Cisl e Uil chiedono chiarezza sulla durata del cantiere e sulle conseguenti limitazioni orarie imposte al traffico, in particolare nelle ore notturne e del primo mattino.
“È necessario prevedere orari che permettano il transito al mattino a lavoratori e studenti - sostengono i tre segretari - Le ipotesi alternative al passaggio per la galleria Comelico non convincono. Camion e autobus non potranno transitare, neppure in orario diurno, perché il passaggio all’interno della galleria sarà precluso ai mezzi superiori a 3,80 metri , così come non va trascurato il contingentamento dell’accesso delle auto. Il transito per il passo di Sant’Antonio non è praticabile per il traffico pesante ed è pericoloso in inverno. Coltrondo, a sua volta, non è un’alternativa plausibile. La stessa deviazione verso Cortina, la cui area è già interessata dai cantieri per le Olimpiadi, lascia immaginare quali saranno i disagi”.
L’unica vera soluzione, secondo Cgil, Cisl e Uil, è il ripristino della strada di valle, che costeggia la diga di Auronzo e che prima della realizzazione della galleria Comelico era la principale arteria percorsa dai comeliani. Sarebbe stato necessario manutentarla costantemente, invece, è stata abbandonata a sé stessa. Due anni fa il governo Draghi aveva stanziato 50 milioni di euro per i lavori di ripristino della strada della valle, ma una volta cambiato l’esecutivo, di quel finanziamento non si è più saputo nulla.
“Non è accettabile - concludono Casanova, Paglini e Bridda - che una comunità con oltre 7.000 abitanti venga lasciata precipitare verso il baratro, nel sostanziale disinteresse delle istituzioni e con rischi di danni economici incalcolabili”.