L'indagine

Manifattura Belluno: si salva solo l’occhialeria, tutto il resto è negativo

La situazione pessima, delineata dalla Camera di Commercio, vede come prima causa la debolezza della domanda internazionale (-5,8% a Belluno)

Manifattura Belluno: si salva solo l’occhialeria, tutto il resto è negativo
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Ancora una volta è l’occhialeria a trainare la manifattura a Belluno.

Manifattura Belluno: si salva solo l’occhialeria, tutto il resto è negativo

I risultati dell’indagine congiunturale condotta sul consueto campione di imprese manifatturiere venete, trevigiane e bellunesi, restituisce anche per il quarto trimestre 2023 una situazione che possiamo ricondurre ad una fase di rallentamento. Per usare una metafora del presidente della Camera di Commercio di Treviso-Belluno, Mario Pozza, l’industria manifatturiera regionale (e provinciale) sta viaggiando con il freno a mano tirato, in cerca di una strada per la normalizzazione. Però, per Treviso e per Belluno gli indicatori sono tutti in negativo nel confronto con lo scorso anno. La produzione flette del -5,4% a Treviso e del -6% a Belluno.

Prima causa: la debolezza della domanda internazionale. Infatti, la raccolta ordini dell’estero risulta in flessione del -6,7% a Treviso e del -5,8% a Belluno, sempre rispetto allo scorso anno. Non va meglio per gli ordini nazionali, in riduzione sul quarto trimestre 2022 del -3,1% a Treviso e del -3,8% a Belluno. Fa eccezione l’occhialeria che, rispetto allo scorso anno, vede in crescita i livelli produttivi (+1,8%), soprattutto grazie alla domanda estera. Tiene anche la produzione (stabile su base annua) di macchinari e prodotti agroalimentari.

“Le previsioni per il trimestre successivo sono ancora nel segno dell’incertezza, con quote di giudizi previsivi di aumento che per molti indicatori si equivalgono a quelli di stabilità – commenta Pozza – La speranza è di aver raggiunto il punto di minimo, anche se l’inversione di tendenza sarà probabilmente graduale e differenziata in base ai settori. Conteranno molto, in questa fase, le decisioni delle banche centrali. Ma trovo pienamente condivisibile l’avvertimento del nostro governatore Panetta, che di fatto si domanda se non sia giunto il momento di cambiare indirizzo alle politiche monetarie”.

Vediamo nel dettaglio la situazione delle province di Belluno e Treviso. Prosegue il rallentamento dell’industria manifatturiera trevigiana e bellunese. Al di là dei “rimbalzini” congiunturali sul terzo trimestre, nell’ultimo scorcio del 2023 tutti gli indicatori analizzati sono ampiamente in territorio negativo. Il fatto non sorprende, in un contesto internazionale ancora caratterizzato, nel periodo in esame, da una frenata della domanda mondiale. In altri tempi, si sarebbe potuto parlare facilmente di rischio recessione. Oggi però, come noto, l’economia mondiale ha attraversato (e continua ad attraversare) una serie importante di shock e cambiamenti ravvicinati (pandemia, riaperture, crisi degli approvvigionamenti, guerra in Ucraina, rincari energetici, e più di recente deglobalizzazione, stretta monetaria e disinflazione) che impongono una lettura più ponderata delle dinamiche congiunturali.

Lo scenario di rallentamento, osservabile per la provincia trevigiana trova analoghe evidenze anche per il manifatturiero bellunese, considerando nei risultati anche la stagionalità dell’occhialeria e le amplificazioni collegate, come ricordato ad ogni rilevazione, alla ridotta numerosità campionaria. Nel corso del 2023 il grado di utilizzo degli impianti ha continuato ad oscillare attorno al 70%, posizionandosi alla fine dell’anno al 72,1%: nel 2022 era in media del 74,8%.

I livelli produttivi sono diminuiti soprattutto nella seconda metà del 2023: la variazione su base annua è del -6%, in linea con quanto rilevato anche nel terzo trimestre. Su base congiunturale si osserva un rimbalzo del +3,9%, piuttosto ricorrente, al di là dell’intensità, in questa parte dell’anno. Lo stesso andamento si rileva anche per il fatturato, che diminuisce, rispetto all’anno precedente, del -4,1%, confermando la riduzione osservata anche in occasione del monitoraggio precedente (pari al -4,5%), ma va ricordato che il confronto è con un periodo interessato da una forte crescita dei prezzi.

Anche per Belluno il rallentamento dei livelli produttivi è figlio della debolezza della domanda. Nel quarto trimestre 2023 la contrazione della raccolta ordini dai mercati esteri si attesta sul -5,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Più forti avvisaglie di rallentamento, a dire la verità, si erano registrate a metà anno. Inoltre, per la prima volta dal 2020 si osserva una variazione negativa su base tendenziale annua anche per la raccolta ordini dal mercato interno: rispetto al quarto trimestre 2022 la flessione è del -3,8%. Nonostante questi segnali di rallentamento, la buona salute del settore è in qualche modo asseverata da un portafoglio ordini che si colloca attorno ai 55 giorni di produzione assicurati.

Previsione per i primi mesi del 2024: per il 40% circa delle imprese bellunesi produzione, fatturato e domanda interna sono attesi in aumento per il trimestre a venire. Ma su produzione e fatturato si registra comunque un terzo di imprese che opta per la stazionarietà, quota che sale quasi al 38% per la domanda interna, e diventa giusto un po’ più ottimista per quella estera.

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