Decreto non autosufficienza, Cisl Pensionati: "Una truffa, nessuna svolta epocale"
Secondo il segretario generale Franco Marcuzzo il decreto non ha portato alcun cambiamento radicale nei servizi residenziali (come le case di riposo), nell'indennità di accompagnamento e nei servizi domiciliari
Il decreto attuativo sulla non autosufficienza, pubblicato il 15 marzo 2024 sulla Gazzetta Ufficiale, secondo la Fnp Cisl avrebbe deluso le aspettative del governo Draghi, il quale aveva promesso una riforma significativa dell'assistenza agli anziani non autosufficienti nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
Decreto non autosufficienza, Cisl Pensionati: "Una truffa"
In una nota della Fnp Belluno Treviso il segretario generale, Franco Marcuzzo, ha espresso le proprie considerazioni riguardo al recente provvedimento governativo.
“Il decreto attuativo sulla non autosufficienza pubblicato in Gazzetta ufficiale il 15 marzo ha disatteso le promesse fatte dal governo Draghi che aveva inserito nel PNRR l’agognata riforma dell’assistenza degli anziani non autosufficienti: nessuna svolta epocale sui servizi residenziali (le case di riposo) rinviata ad un successivo decreto, nessuna svolta epocale sull’indennità di accompagnamento, nessuna svolta epocale sui servizi domiciliari. In pratica, il decreto attuativo tradisce l’impianto innovativo contenuto nella legge delega 33/2023 che il governo attuale avrebbe dovuto traghettare in porto”.
Marcuzzo critica il fatto che il decreto non abbia portato alcun cambiamento radicale nei servizi residenziali (come le case di riposo), nell'indennità di accompagnamento e nei servizi domiciliari. In sostanza, il decreto non rispecchia l'approccio innovativo previsto nella legge delega 33/2023, che il governo avrebbe dovuto attuare.
L'unica novità evidenziata è l'introduzione di una prestazione universale, legata al grado di bisogno assistenziale, per favorire il potenziamento delle assistenze domiciliari e dell'autonomia personale degli anziani non autosufficienti. Tuttavia, questa prestazione universale ha dei requisiti restrittivi: bisogna avere più di 80 anni, un livello assistenziale gravissimo, un ISEE non superiore a 6.000 euro e l'indennità di accompagnamento.
“L’unica svolta sbandierata - commenta Marcuzzo - è l’introduzione, dal 1° gennaio 2025 al 31 dicembre 2026, di una prestazione universale, subordinata allo specifico bisogno assistenziale al fine di promuovere il progressivo potenziamento delle prestazioni assistenziali per il sostegno della domiciliarità e dell’autonomia personale degli anziani non autosufficienti”.
Tuttavia, questa prestazione ha dei requisiti restrittivi.
"Se si entra nei dettagli - prosegue Marcuzzo - si capisce che la prestazione di universale ha ben poco. Per averne diritto, infatti, bisogna avere più di 80 anni, un livello assistenziale gravissimo, un ISEE non superiore a 6.000 euro e l'indennità di accompagnamento. Fatti due conti a livello nazionale sono circa 24.500 le persone che potranno usufruire di questo aiuto, a fronte di 3,8 milioni di over 65 non autosufficienti in Italia”.
Inoltre, evidenzia che i fondi stanziati per il 2025 e il 2026 sono ottenuti in parte dalla riduzione delle risorse del Fondo per la non autosufficienza e del programma nazionale di inclusione e lotta alla povertà.
“Dobbiamo anche ricordare che i 250 milioni stanziati per la non autosufficienza per il 2025 e i 250 milioni previsti per il 2026 sono così ricavati: 75 milioni per il 2025 e 75 milioni per il 2026 mediante la riduzione delle risorse del Fondo per la non autosufficienza (legge 278 dicembre 2006 n.296) e 125 milioni per il 2025 e 125 milioni per il 2026 dalla riduzione del programma nazionale di inclusione e lotta alla povertà. È evidente che la coperta è corta e che non è accettabile che si tolgano risorse agli stessi destinatari a cui il decreto è rivolto ossia anziani in condizioni di estrema fragilità”, conclude Marcuzzo.