Aggredito un agente in carcere, è il quarto episodio in un mese
Fns Cisl: “Tutto ciò è inaccettabile ed è legato alla scelta amministrativa di unire i detenuti problematici agli altri”
Continuano le aggressioni in carcere a Baldenich.
Aggredito un agente in carcere, è il quarto episodio in un mese
Di fronte all’ennesima aggressione da parte di un detenuto ai danni di un agente di polizia penitenziaria del carcere di Belluno, la Cisl Fns Belluno Treviso lancia un appello al Provveditorato dell’amministrazione penitenziaria per il Triveneto.
“È il quarto episodio violento nell’arco di un mese, tutto ciò è inaccettabile - dichiara Robert Da Re della segreteria Fns Cisl Belluno Treviso - ed è legato alla scelta amministrativa di accorpare i servizi della sezione ordinaria a quella a trattamento intensificato, affiancando detenuti problematici a ristretti che rispettano un programma di trattamento. Sono dislocati su diversi piani, ma condividono i servizi, dalla palestra alle docce, dal cortile alla barbieria in un edificio vecchio e inadeguato e con continui e comprensibili problemi di promiscuità e convivenza, che inevitabilmente coinvolgono anche il personale. Chiediamo che tutto il blocco venga ristrutturato con canoni idonei per la detenzione moderna e rispettosa dei detenuti e degli agenti di polizia”.
Periodo difficile per i poliziotti bellunesi costretti a gestire una situazione complessa in un blocco dell’istituto di via Baldenich, dove, nonostante le forti perplessità avanzate dalle sigle sindacali rappresentative all’interno della casa circondariale, l’amministrazione ha deciso di far collimare due tipologie di detenzione: sezione ordinaria dove sono ubicati i detenuti meno disciplinati e sezione a trattamento intensificato dove sono ristretti i detenuti meritevoli e che rispettano un programma trattamentale.
“Nonostante le varie note all’indirizzo del provveditorato dell’amministrazione penitenziaria per il Triveneto, sia antecedenti sia post attuazione dei nuovi regimi - sottolinea Da Re - sono pervenute solamente risposte attendiste e senza soluzioni, lasciando il personale di polizia penitenziaria bellunese in balia degli eventi. La situazione ha un impatto negativo anche sui detenuti inseriti in un percorso di trattamento perché, oltre a dover convivere con una struttura vetusta e obsoleta, spesso devono sopportare i soprusi dei ristretti nella sezione ordinaria, ovvero dei meno rispettosi alle regole, poiché l’uso dei locali ricreativi è promiscuo”.
Qualora le denunce del personale, avanzate tramite le sigle sindacali, non dovessero trovare riscontro, i poliziotti bellunesi si dichiarano pronti a mettere in atto azioni di protesta idonee a sensibilizzare l’opinione pubblica.
“Fns Cisl esprime infine la massima solidarietà – conclude Da Re – a tutte le poliziotte e i poliziotti che quotidianamente mettono a repentaglio la propria incolumità per decisioni discutibili dell’amministrazione penitenziaria, e soprattutto ai colleghi che in quest’ultimo ultimo mese hanno subito aggressioni”.
Della grave situazione è stato informato anche il Prefetto di Belluno.