Due morti in montagna in poche ore, un 28enne di Maniago e un 68enne agordino
Il primo intervento ad Alleghe, il secondo a Tambre
Bilancio tragico, due morti nella notte sulle montagne bellunesi.
Due morti in montagna in poche ore, un 28enne di Maniago e un 68enne agordino
Attorno a mezzanotte il Soccorso alpino dell'Alpago è stato attivato, su richiesta del Soccorso alpino di Pordenone, per partecipare alle ricerche di un ragazzo friulano, non rientrato da un'escursione.
M.B., 28 anni, di Maniago (PN), era partito ieri da Piancavallo, l'ultimo contatto risaliva alle 13.55 quando aveva inviato un messaggio in cui scriveva di trovarsi nella zona di Casere Palantina. Alle chiamate successive il cellulare risultava però libero senza risposta.
Partiti immediatamente, i soccorritori sono saliti a Casere Palantina, dove si sono ricongiunti alle squadre di Pordenone e Maniago per avviare le perlustrazioni della salita fino alla vetta del Cimon di Palantina. Sotto Forcella Colombera, hanno sentito il suono del cellulare del ragazzo e più sotto hanno rinvenuto il corpo senza vita, a causa dei traumi riportati dopo essere ruzzolato in un ghiaione dal canalino che stava risalendo.
Raggiunto a 1.800 metri di quota, ai soccorritori si è affiancata una squadra con la barella, elitrasportata alle prime luci da Falco 2 nelle vicinanze. Poi la nebbia ha impedito ulteriori avvicinamenti. Le squadre hanno imbarellato la salma e la hanno trasportata a spalla fino a 1.630 metri. In questo momento stanno attendendo un varco tra le nubi per il recupero con l'elicottero.
Ieri sera, invece, verso le 23 il Soccorso alpino di Alleghe è stato allertato per il mancato rientro di un uomo da una passeggiata con il cane. Dalle indicazioni raccolte, P.A., 69 anni da compiere, di Canale d'Agordo stava facendo il percorso che da Masarè sale a Casera Ciesamata, camminata che era solito fare più volte all'anno.
Le squadre si sono portate sul posto, dove è stata rinvenuta la macchina, e hanno iniziato a perlustrare i sentieri, finché a circa 1.500 metri di quota non hanno sentito il cane abbaiare. Il corpo senza vita dell'uomo è stato individuato in un canale a lato del sentiero per Ciesamata, dove era ruzzolato per un'ottantina di metri tra gli alberi. Poiché il cane lo proteggeva, per riuscire ad avvicinarsi è stato chiesto l'intervento del conduttore di un'unità cinofila del Soccorso alpino di Livinallongo.
Il soccorritore con calma ha guadagnato la fiducia dell'animale e lo ha riportato con sé sul sentiero. Una squadra ha quindi provveduto a preparare la salma per il recupero, ultimato da Falco 2. Il corpo, recuperato con un verricello di 50 metri, è stato trasportato a valle. Alla ricerca hanno preso parte anche i Vigili del fuoco. Sul posto i Carabinieri.