La comunità buddista pianterà 10mila alberi per recuperare boschi travolti da Vaia
Il ringraziamento di Zaia: “tutti noi dobbiamo essere uniti nella difesa e nella valorizzazione dell’armonia del nostro ambiente, ognuno secondo la propria sensibilità e formazione”
Recupero dei boschi bellunesi travolti dalla tempesta Vaia. È il progetto della comunità buddista italiana che ha preso a cuore un’area sopra Livinallongo particolarmente colpita dall’evento catastrofico del 2018.
La comunità buddista pianterà 10mila alberi per recuperare boschi travolti da Vaia
Il governatore Luca Zaia ha voluto ringraziare questa comunità e sottolineare l’importanza di una collaborazione trasversale per salvaguardare la bellezza delle montagne.
“Un luogo passato alla storia per terribili scontri in una sanguinosa guerra in montagna come è stato il primo conflitto mondiale, mai come oggi diventa un ponte tra culture che aspirano all’equilibrio dell’ambiente e alla pace. A nome di tutti i Veneti esprimo la gratitudine alla comunità buddista italiana che sta contribuendo a far rinascere un importante area boschiva delle nostre Dolomiti, travolta e sfigurata dalla tempesta Vaia”.
Con queste parole il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, dice grazie alla Comunità Buddisti d’Italia che, tramite le destinazioni dell’8 per 1000, è impegnata in uno tra i vari progetti di recupero dei boschi travolti dalla tempesta Vaia nel 2018.
In particolare, è attiva nella riforestazione e nella ricostruzione morfologica del bosco nella zona del Col di Lana, sopra Livinallongo (Belluno). Un progetto in cui l’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai si sta dedicando in collaborazione con Pefc Italia, Rete Clima e Coldiretti Belluno.
“Ho letto che saranno messe a dimora fino a 10.000 alberature e saranno studiati percorsi didattici e contemplativi – aggiunge il governatore -. Il primo messaggio che potrà venire da questo ambiente rinnovato sarà quello che tutti dobbiamo essere uniti nella difesa e nella valorizzazione dell’armonia del nostro ambiente, ognuno secondo la propria sensibilità e formazione. La bellezza delle nostre montagne è patrimonio di tutti”.