Hotel di Selva di Cadore nega la prenotazione ai turisti israeliani: "Responsabili di genocidio"
Scoppia la bufera sull'Hotel Garnì Ongaro. Zaia: "Il Veneto non è questo. Bisogna garantire porte aperte a tutti"
Scoppia la bufera a Selva di Cadore. All’inizio di novembre, un gruppo di turisti israeliani stava prenotando su Booking.com un soggiorno in albergo per trascorrere le vacanze sulle Dolomiti. Ma per tutta risposta, il personale dell’hotel ha comunicato loro che non intendevano accettare degli israeliani, "responsabili di un genocidio".
Turisti israeliani rifiutati dall'hotel
Come raccontato dal nostro portale nazionale News Prima, il fatto, i cui screenshot hanno iniziato a circolare solo di recente sui social, sarebbe avvenuto all’Hotel Garni Ongaro, che si trova a Selva di Cadore, in provincia di Belluno.
Nel messaggio su Booking dello staff dell’albergo, originariamente scritto in inglese, e diffuso dalla Comunità ebraica di Milano, si legge quanto segue:
“Buongiorno. Vi informiamo che gli israeliani, in quanto responsabili di genocidio, non sono clienti ben accetti nella nostra struttura. Pertanto, qualora vogliate cancellare la vostra prenotazione, sarete felici di farlo, e altrettanto lo saremo noi di offrirvi una cancellazione gratuita”.
Il precedente
La Comunità ebraica denuncia inoltre che non sarebbe il primo caso di discriminazione recente:
"Questa non è la prima volta che, dall’inizio della guerra in corso tra Israele e Hamas, albergatori italiani suscitano polemiche per attacchi nei confronti di israeliani ed ebrei: ad aprile, si era verificato il caso di Paolo Maddaloni, titolare dell’Hotel Le Funi di Bergamo, il quale aveva scritto su Instagram che 'Gesù gli ebrei l’hanno ucciso! Come stanno facendo con i bambini di Gaza! Una cosa indescrivibile! Io ho un albergo e nel mio piccolo ho bandito gli ebrei dal venire, bloccandogli le prenotazioni'. Prima di cancellare i post, aveva anche scritto che 'Israele è un tratto di penna fatto da politici criminali ed assassini, che non dovrebbe esistere', e che 'Il mondo è in pericolo da sempre per colpa degli ebrei'".
Le reazioni
Reazioni indignate bipartisan per l'accaduto, a partire dalle dichiarazioni del governatore del Veneto Luca Zaia:
“In attesa di conoscere qualcosa di più su una notizia che, se confermata, è di estrema gravità, mi sento profondamente turbato e allibito per quanto è accaduto. Il Veneto deve garantire le porte aperte a tutti. Continuo a sperare che quanto riportato non sia vero, poiché l’ospitalità veneta non è questa. Credo fermamente che la nostra offerta turistica debba essere inclusiva, apolitica e rispettosa di tutti. L’ho sottolineato più volte e ribadisco che episodi del genere sono inaccettabili: il Veneto non è questo. Da secoli, siamo un popolo aperto al mondo e rispettoso delle identità altrui. La Repubblica Veneta è stata un esempio di integrazione, ospitando comunità come quella ebraica e favorendo una contaminazione culturale anche con il Medioriente e il mondo arabo che ha arricchito non solo il Veneto, ma l’intero Paese.
Nostro compito non è chiudere le porte ma è aprirle. Sarebbe un onore se il Veneto potesse accogliere le due comunità in conflitto, israeliani e palestinesi, offrendo loro uno spazio per incontrarsi e dialogare, con l’obiettivo di promuovere la pace proprio nella nostra Terra. Qui entrano in gioco tre aspetti fondamentali. Primo, il valore dell’ospitalità: l’etimologia stessa ci ricorda che ospitare significa offrire accoglienza e rispetto reciproco tra chi ospita e chi è ospitato. Secondo, il legame con la comunità locale, che vive dell’accoglienza turistica, il cui valore deve restare immutato, come esempio di inclusività e pacifica convivenza. E infine, penso ai nostri giovani, a cui è sempre più difficile trasmettere messaggi di pace, di inclusione e di rispetto reciproco. Per questo, è un nostro dovere non solo essere un punto di riferimento, ma anche comunicare chiaramente questi valori.
Abbiamo una responsabilità educativa non solo come veneti, ma anche come regione turisticamente rilevante, con oltre 73 milioni di presenze l’anno, di cui il 66% rappresentato da turisti stranieri. Custodiamo il privilegio di ospitare la città più bella del mondo, Venezia, ed è nostro dovere tracciare la via dell’accoglienza. Che sia israeliano, palestinese o di qualsiasi altra nazionalità, ogni turista deve sentirsi accolto e rispettato, perché questo è il vero senso dell’ospitalità. L’ospite è sovrano: non c’è posto per discriminazioni legate a convinzioni personali, politiche, colore della pelle, religione, orientamenti sentimentali o di genere".
Sulla vicenda è intervenuto anche Ihab Hassan, attivista palestinese per i diritti umani:
“Posso solo immaginare il dolore e il senso di ingiustizia che proverei se un hotel mi negasse un posto dove stare semplicemente a causa della mia identità, essendo palestinese. Questa è una punizione collettiva. Ho molti amici ebrei israeliani, persone che viaggiano in tutto il mondo, dedicando la loro vita a sostenere la pace e la coesistenza, lavorando instancabilmente per porre fine alla guerra. Rifiutare di ospitare individui in base alla loro nazionalità o identità non è solo sbagliato, ma è anche un atto vile e discriminatorio, oltreché illegale e una bancarotta morale”.
Hotel Garni Ongaro in Italy has informed Israeli guests they are unwelcome simply because they are Israeli.
I can only imagine the pain and sense of injustice I would feel if a hotel denied me a place to stay simply because of my identity, being Palestinian.
This is… pic.twitter.com/RkZVru9dJQ
— Ihab Hassan (@IhabHassane) November 14, 2024