Dal Faloria al Galassi al Laresei: certificati altri 15 “rifugi sani e sicuri”
Il progetto ha l’obiettivo di migliorare la qualità igienico sanitaria complessiva dei rifugi, anche in vista degli appuntamenti olimpici
Continua il progetto “Rifugi sani e sicuri”.
Dal Faloria al Galassi al Laresei: certificati altri 15 “rifugi sani e sicuri”
Al Rifugio Laresei, in località Cima Pradazzo a Falcade, sono stati consegnati altri 15 riconoscimenti alle strutture che hanno completato il percorso, aggiungendosi ai 27 rifugi già accreditati la scorsa estate. In totale, quindi, sono 42 le strutture che hanno completato ad oggi la certificazione.
La consegna delle relative targhe è avvenuta alla presenza del Commissario Ulss 1 Dolomiti Giuseppe Dal Ben, del Prefetto di Belluno Antonello Roccoberton, del Regional medical officer per le Olimpiadi Paolo Rosi, della Direzione della Prevenzione Regionale rappresentata da Federica Michieletto, dei partner di progetto: Soccorso Alpino, rappresentato dalla massima carica del presidente nazionale del sodalizio Maurizio Dell’Antonia; AGRAV, rappresentata al presidente Mario Fiorentini; Cai Veneto rappresentato dal presidente Renato Frigo, Commissione Centrale Medica CAI nazionale rappresentata dal segretario Giancelso Agazzi e Confcommercio.
I rifugi che ieri hanno ottenuto il riconoscimento sono:
- Antelao – Pozzale di Cadore
- Capanna Cima Comelle – Canale d’Agordo
- Casera Ere – San Gregorio nelle Alpi
- Ciareido – Lozzo di Cadore
- Faloria – Cortina d’Ampezzo
- Pietro Galassi – Calalzo di Cadore
- Kekeglo – Borgo Valbelluna
- Laresei - Falcade
- Volpi al Mulaz - Falcade
- Palafavera – Val di Zoldo
- Remauro – Passo Cibiana
- Pelmo – Val di Zoldo
- Staulanza – Val di Zoldo
- Vallorch – Pian del Cansiglio
- Vazzoler – Taibon Agordino.
Protagonisti dell’evento i rifugisti che hanno partecipato con entusiasmo all’iniziativa, consapevoli del delicato ruolo svolto nell’accoglienza degli ospiti e nella loro tutela anche sanitaria. Il Progetto “Rifugi sani e sicuri”, promosso dal Dipartimento di Prevenzione dell’Ulss Dolomiti, guidato da Sandro Cinquetti, mira a migliorare la qualità igienico sanitaria complessiva dei rifugi, anche in vista degli appuntamenti olimpici che attendono le Dolomiti e all’aumento dei flussi turistici in montagna.
Un team, specificamente istituito, ha supportato le strutture interessate nel percorso per ottenere il “bollino”, che ne certifica la sicurezza sanitaria e la capacità di promuovere la salute, rappresentando garanzia di impegno e una sorta di “certificazione di qualità” a favore degli escursionisti che scelgono la montagna. Inoltre, ad ogni rifugio aderente è stato consegnato un defibrillatore garantendo se necessario il percorso formativo per l’utilizzo.
Insieme alla targa, ai rifugisti/proprietari è stato consegnato uno “starter kit”, con prodotti per la protezione dai raggi solari e prodotti eco-sostenibili per la pulizia donati da Aziende del territorio che collaborano al progetto (Essilor Luxottica, Karpos, Unifarco e Terra Alp), materiali del Soccorso Alpino, le tovagliette create dai bambini nell’ambito dei progetti nelle scuole per la prevenzione del melanoma e del materiale relativo alle varie iniziative di promozione della salute.
Al progetto possono aderire tutti i rifugi alpini: la Regione del Veneto ha ora esteso tale iniziativa a tutto il territorio regionale attraverso il supporto dei relativi Dipartimenti di Prevenzione che ieri erano presenti all’evento con le figure apicali.
“Un grande lavoro di rete che ci fa sentire all’interno di una comunità viva - commenta il Commissario Ulss 1 Dolomiti Giuseppe Dal Ben - alzare il livello di qualità delle strutture ricettive del nostro territorio, inclusi i rifugi alpini particolarmente impegnativi dal punto di vista gestionale è un deciso passo in avanti che l’azienda sanitaria sostiene nell’ambito del grande impegno multidisciplinare verso l’evento a cinque cerchi”.