Colate detritiche e frane: riapre l’Alemagna di giorno, ma l’emergenza continua. Appello della Provincia: “Servono aiuti da Stato e Regione”
Via libera al traffico diurno sulla SS51 dal 10 luglio, ma il territorio resta fragile. Oltre 2 milioni stanziati per l’emergenza. Padrin: “Non possiamo farcela da soli”

Un passo avanti sul fronte della viabilità, ma l’emergenza legata alle colate detritiche e al dissesto idrogeologico resta aperta.
Colate detritiche e frane: riapre l’Alemagna di giorno, ma l’emergenza continua. Appello della Provincia: “Servono aiuti da Stato e Regione”
Dopo settimane di criticità, la statale 51 di Alemagna sarà riaperta in sicurezza a partire dal 9 luglio alle ore 13, ma solo in orario diurno, con fascia oraria 7-20 a partire dal giorno successivo. La decisione è arrivata al termine di un vertice in Prefettura con tutte le autorità coinvolte: Comune di San Vito, Regione Veneto, Provincia, ARPAV, ANAS, Veneto Strade, Vigili del Fuoco e Forze dell’Ordine.
La riapertura sarà monitorata costantemente da ANAS, con un presidio a vista e il supporto di dati strumentali in tempo reale forniti da Regione e ARPAV. In caso di nuove precipitazioni, la strada sarà chiusa immediatamente e potrà essere riaperta solo due ore dopo la fine del maltempo, previa verifica delle condizioni di sicurezza.
Nel frattempo, la Provincia di Belluno accelera sul fronte della prevenzione e del monitoraggio, stanziando ulteriori 700 mila euro per le somme urgenze, che portano a oltre 2 milioni di euro le risorse impegnate per far fronte all’emergenza che ha colpito in particolare l’area tra San Vito di Cadore, Cortina d’Ampezzo, Borca e Cancia.
"Le risorse provinciali stanno raggiungendo il limite – dichiara il presidente Roberto Padrin –. Non possiamo pensare di gestire da soli un’emergenza di questa portata. Serve l’intervento di Regione, Stato e altri enti. È in gioco la sicurezza di un’arteria fondamentale per tutta la montagna veneta, specialmente in vista dell’estate e dei grandi eventi".
In parallelo, si sta intervenendo sulla frana del Marcora, con l’installazione di due pluviometri e pendoli per monitorare in tempo reale i movimenti franosi. L’obiettivo è completare nei prossimi giorni anche il sistema di allerta automatica a soglia variabile e il semaforo intelligente che regolerà il traffico sulla SS51 in base alle condizioni di rischio.
Ma non c’è solo Cancia tra le priorità. Come sottolinea il consigliere provinciale Massimo Bortoluzzi, anche altre aree del territorio – tra cui Rocca Pietore, Agordo, Chies d’Alpago, Gosaldo e Rivamonte Agordino – sono sotto osservazione per fragilità idrogeologiche che potrebbero aggravarsi con nuovi eventi meteo intensi.
"Abbiamo bisogno di un piano di intervento strutturato e condiviso, che non guardi solo all’emergenza, ma anche al medio e lungo termine – conclude Padrin –. E soprattutto servono strumenti adeguati per affrontare un territorio che cambia con sempre maggiore rapidità sotto l’effetto del cambiamento climatico".
La riapertura dell’Alemagna è dunque una buona notizia, ma con la consapevolezza che si tratta di una soluzione temporanea e precaria. La montagna veneta chiede attenzione, risorse e un piano di resilienza all’altezza delle sfide che l’ambiente – e il clima – stanno imponendo.