Ventidue chilometri di tubo in acciaio, 1.600 quintali di metallo e una precisione millimetrica: sono questi i numeri impressionanti della maxi impalcatura che oggi avvolge il trampolino di Zuel, simbolo della conca ampezzana e icona sportiva e cinematografica che si prepara a rinascere in vista delle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026.
Cortina, maxi impalcatura da 22 chilometri di tubi per il restauro del trampolino di Zuel
L’intervento porta la firma della trevigiana Ponteggi Euroedile di Postioma di Paese, chiamata da Ecoedile Srl di Bergamo, capofila del progetto di recupero, per realizzare una struttura di ponteggi unica nel suo genere: 2.700 metri quadrati di superficie calpestabile, sospesi nel vuoto fino a 51 metri di altezza, l’equivalente di dieci campi da tennis.
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Il trampolino, visibile da chiunque entri nella conca d’Ampezzo, è da sempre un punto di riferimento visivo. Negli ultimi decenni, però, il tempo e il degrado ne avevano spento il fascino. Oggi, avvolto da una griglia d’acciaio lucido, il monumento sta tornando a nuova vita.
“Chi lo guarda ora non vede solo un cantiere – spiegano da Euroedile – ma un dialogo perfetto tra ingegneria e natura, tra il rigore della struttura metallica e la maestosità del paesaggio dolomitico”.
Un progetto da vertigini
L’altezza della torre del trampolino è di circa 51 metri, mentre la rampa di lancio misura 83 metri. Per affrontare una struttura così complessa, il team tecnico di Euroedile ha prima realizzato un modello 3D dell’intero impianto, condiviso con la direzione lavori, per pianificare ogni dettaglio.
“Le strutture provvisionali, pari a 1.600 quintali tra acciaio e alluminio, sono state progettate per scaricare tutto il peso a terra — spiega il geometra Daniele Crosato, responsabile del progetto — evitando di gravare sulla struttura principale. È come se avessimo fatto in modo che 30 elefanti non salissero sul trampolino”.
Oltre alla complessità geometrica e all’inclinazione del manufatto, i tecnici hanno dovuto fare i conti con i forti venti e le condizioni meteo estreme della zona. Fondamentale è stato l’utilizzo del ponteggio multidirezionale MP di Pilosio, che ha consentito di adattare la struttura al profilo del trampolino garantendo sicurezza e stabilità.
Sono state inoltre costruite quattro passerelle di collegamento per permettere agli operai di accedere ai gradoni sotto la rampa. A supporto della logistica, è stato installato anche un montacarichi elettrico Pilosio Up per il trasporto di materiali e personale fino in cima, oltre a una scala di sicurezza per eventuali emergenze.
Un ritorno alla gloria olimpica
Le strutture provvisionali resteranno in piedi fino ai primi mesi del 2026, quando l’intero impianto, restaurato da Ecoedile Srl, verrà restituito alla comunità “con la bellezza di un tempo”.
“Con questo progetto vogliamo restituire allo skyline alpino un’opera che racconta storia, comunità e memoria – afferma Enzo Nembrini, direttore generale di Ecoedile –. Lavoriamo con tecniche d’avanguardia e attenzione ai dettagli, perché ciò che fa bene al monumento fa bene anche al territorio e a chi lo vive”.
Dopo la conclusione di questa fase, Euroedile sarà impegnata anche nell’allestimento dei ponteggi per il restauro delle tribune laterali, sempre su incarico di Ecoedile, che ha in carico l’intero intervento di recupero.
Un cantiere spettacolare, dunque, sospeso tra cielo e roccia, che segna un nuovo capitolo per il trampolino olimpico di Zuel — un luogo che, tra sport, cinema e ingegneria, continua a rappresentare l’anima di Cortina.