L’Hydro, multinazionale norvegese dell’alluminio e delle energie rinnovabili, il 26 novembre 2025, aveva comunicato l’intenzione di chiudere lo stabilimento di Feltre.
Maestranze, rappresentanze sindacali e famigliari avevano immediatamente avviato la protesta con picchetti avanti alla fabbrica, bloccando l’accesso.
Il licenziamento che potrebbe concretizzarsi entro fine 2026, riguarda 115 lavoratori ai quali è arrivata tra capo e collo la notizia che la multinazionale vuole chiudere la sede feltrina.
Mal comune
No, non c’è nulla di cui godere nel momento in cui ricevi la comunicazione dell’Amministratore Delegato per il Sud Europa, Ana Vasquez Aviles, che comunica una decisione già presa e che dovrebbe essere meno amara per il fatto che l’azienda, la quale conta 32mila dipendenti in tutta Europa, chiuderebbe anche altri stabilimenti tra Germania, Olanda e Inghilterra.
Feltre
Hydro rappresenta per Feltre una delle realtà industriali più importanti, che le maestranze sentivano come una cosa loro sia per l’organizzazione del lavoro ed i modi di tratto sempre usati nei loro confronti dal managemet, sia perché la gente di queste parti sa che la sua fortuna dipende dall’impegno e dall’attaccamento al lavoro. Tanto più è spiacevole, quindi, ritrovarsi in tali ambasce dopo anni di fedele collaborazione.

Niente di strano, allora, se alla lotta si sono aggiunte le famiglie e tutto il territorio nel presidio permanente allestito dalle rappresentanze sindacali.
La solidarietà del territorio
Se all’ingresso dell’azienda, con i lavoratori ci sono le loro famiglie, la solidarietà viene anche dal web e dai social, che la esprimevano anche così:
“Il nostro futuro, quello dei nostri figli e delle nostre famiglie non si chiude con un cancello”.

La protesta è stata portata fin sotto la sede di Confindustria di Feltre, amplificata dai tamburi del Palio, a testimoniare l’attaccamento al lavoro, salvo trasformarlo in rullio di protesta dopo che dall’incontro tra i vertici aziendali, RSU, segreterie provinciali di Fiom CGIL e Fim Cisl, non sono giunte buone notizie ma solo la conferma delle decisioni aziendali.
L’Hydro di Feltre conferma la chiusura
Per ora non si licenzia ma già sappiamo, per averlo letto più volte, quale potrebbe essere l’iter della vicenda: dal tavolo di confronto locale, prima di arrivare al Ministero, si va al tavolo Regionale di Veneto lavoro come infatti avvenuto ieri a Mestre dove dopo un confronto di circa quattro ore le posizioni aziendali non sono cambiate e la Hydro chiuderà anche se non avvia la procedura di licenziamento collettivo.
E’ un buon segnale o non lo è per i 115 lavoratori diretti e i 35 con contratto di somministrazione lavoro?
Si vedrà, ma che sia meglio non illudersi si capiva anche dai mesti commenti rilasciati a favore di microfoni, dai rappresentanti sindacali.

All’incontro, comprensibilmente, non era presente il neo assessore regionale al Lavoro Lucas Pavanetto mentre, invece, c’era il presidente della provincia di Belluno Roberto Padrin, in videocollegamento e la Sindaco di Feltre, Viviana Fusaro.