Coronavirus

L'appello degli Speleologi: niente gite fuori porta nell'emergenza

Una nota ha invitato gli appassionati a stare a casa.

L'appello degli Speleologi: niente gite fuori porta nell'emergenza
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L'appello degli Speleologi: niente gite fuori porta nell'emergenza.

Il mondo speleologico si ferma vista l'emergenza

"Quella che stiamo vivendo a causa della diffusione del coronavirus è una situazione difficile e complessa che va a modificare anche in modo importante le nostre abitudini di vita - con queste parole comincia il messaggio del CNSAS che invita tutti gli appassionati a fare i conti con l'emergenza che sta colpendo il nostro paese - Le prescrizioni contenute nei vari decreti emanati dal governo in questi frenetici giorni ci impongono alcuni comportamenti e ci invitano ad intraprenderne altri che, pur andando a limitare in modo importante la nostra libertà personale hanno l’intenzione di salvaguardare la salute pubblica ed in particolare quella delle fasce più deboli della nostra popolazione. Anche la nostra attività ricreativa ne è profondamente condizionata, in primo luogo per l’obbligo di limitare gli spostamenti e le attività di gruppo e sociali. La speleologia è una di queste attività e già il Club Alpino Italiano e la Società Speleologica Italiana hanno sospeso ogni attività istituzionale dei vari gruppi speleologici, ma la frequentazione delle grotte può essere effettuata anche titolo individuale".

Alla luce di questa premessa, come Soccorso Alpino e Speleologico Veneto, Federazione Speleologica Veneta, Cai Veneto, l’invito  a tutti i frequentatori delle grotte ad un atto di responsabilità che li porti a rinunciare per quanto possibile alle consuete escursioni almeno finché questa emergenza non sarà terminata. “Chiaramente – recita l'appello –  non è nostra intenzione promulgare divieti, cosa cui a nessuna delle scriventi associazioni compete, ma puntiamo semplicemente ad una responsabilizzazione dei gruppi grotte e dei singoli speleologi.  Un invito a meditare sulle criticità già evidenziate a cui si aggiunge la problematica di una possibile richiesta di soccorso in ambiente ipogeo a cui il Cnsas, come partner del servizio Suem 118 regionale, è tenuto a rispondere nei tempi e nei modi stabiliti dalle convenzioni in essere. Questo potrebbe creare grossi problemi alla struttura sanitaria regionale già messa a dura prova dalla situazione emergenziale attuale che ha ben altre criticità a cui fare fronte. Confidiamo quindi in una risposta responsabile di tutto il mondo speleologico. Noi come Cnsas, Cai, Fsv ci siamo e siamo qui per fare insieme la nostra parte, convinti che questa emergenza passerà e ci consentirà di ritornare a godere della bellezza delle nostre grotte e dell’emozione di esplorarle”.

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