Borgo Valbelluna

Acc-ex Embraco, summit a Roma: "Bisogna proseguire con il progetto Italcomp"

Convocazione del tavolo ACC-Embraco per il 23 aprile 2021.

Acc-ex Embraco, summit a Roma: "Bisogna proseguire con il progetto Italcomp"
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Ddue delegazioni di lavoratori della Embraco di Torino e della ACC di Belluno si sono recate a Roma per manifestare dinanzi al Ministero dello Sviluppo economico.

Acc-ex Embraco, summit a Roma

Si è svolto questa mattina, martedì 20 aprile 2021, il summit dei lavoratori di Acc e dell'ex Embraco a Roma fra sindacalisti e Ministero.

Siamo al bivio fatale: venerdì 23 aprile 2021 è la data spartiacque per la soluzione della delicata vicenda dei lavoratori. Ben 400 di loro, a Riva di Chieri, rischiano il licenziamento. Mentre altri colleghi in provincia di Belluno temono per il futuro della Acc-Wambao coinvolta nel progetto “Italcomp” con l’azienda piemontese. Oggi, martedì, i sindacalisti della triplice e le Rsu aziendali sono stati ricevuti al Ministero per lo sviluppo economico (Mise) per un ultimo tentativo di scongiurare la chiusura. Gianluca Ficco, segretario nazionale Uilm responsabile dei settori auto ed elettrodomestici ha affermato:

"I lavoratori chiedono la prosecuzione del progetto Italcomp, che prevede l’impegno diretto del pubblico, in sinergia con privati, per la costituzione di un polo di componentistica per elettrodomestici. Da quando ci è stato l’insediamento del nuovo Governo, si è accumulato purtroppo un ritardo gravissimo, che espone i 400 lavoratori di Embraco ad un imminente licenziamento e gli oltre 300 di ACC, in amministrazione straordinaria, a fortissimo rischio a causa delle difficoltà di liquidità. Apprendiamo con piacere che finalmente è arrivata la convocazione del tavolo ACC-Embraco per il 23, insieme ad altre dei settori auto ed elettrodomestici quali Blutec per il 26, Whirpool per il 28, Elica e Industria italiana Autobus per il 29".

Resoconto dettagliato dell’incontro

Armati di megafono stile Anni 70 e circondati da colorate bandiere, i sindacalisti hanno fatto un resoconto dettagliato dell’incontro. Ecco parte dei loro ragionamenti:

“Bisogna che si attivi la cassa integrazione e bisogna che si ritirino i licenziamenti, possiamo fare già venerdì una procedura sindacale per estendere i 75 giorni (di cassa, ndr) fino a 120. La situazione di Belluno è in discussione in Senato: il Governo ha garantito il voto di tutte le forze della maggioranza su questo punto. (…) Entro il 20 maggio ci sarà un emendamento convertito in legge per garantire la liquidità di cui l’azienda ha bisogno. Il progetto Italcomp va avanti, questo documento ci permette di contrastare lo scempio delle banche che rifiutano di sostenere un’azienda sana che produce ricchezza sul territorio. Rifiutano di concedere prestiti perché oramai in questo paese la politica perde tempo, le banche danno soldi a chi già li ha e non aiutano il lavoro. (…) Il progetto industriale è fattibile o non è fattibile, l’intervento del pubblico rimane o non rimane? Queste risposte dovevano arrivare due mesi fa. Oggi ci sono qui trenta lavoratori che si sono fatti 700 chilometri e venerdì se non avremo risposte ci rimetteremo qua sotto al Mise finché non arrivano. Da qui non ci schioderemo”.

L’impegno del viceministro

Il viceministro ha garantito massimo impegno da parte del Governo, adesso la strategia è che bisogna fare pressione presso il curatore (già da domani dicono i sindacati) perché deve ritirare i licenziamenti. La vicenda dei lavoratori ex Embraco si trascina da mesi senza apparente soluzione. Ben 400 persone (397 per la precisione) rischiano il posto nella sede di Riva di Chieri, mentre altri saranno più o meno nella stessa situazione a Mel. Nei mesi scorsi si erano susseguiti cortei di protesta e sit-in anche a Belluno per sensibilizzare la politica sul destino di queste tante famiglie che rischiano il lastrico.

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(Foto: Facebook Uilm Uil Belluno)

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