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Belluno, inaugurate le vignette di Anarkikka in ricordo di Giulia Cecchettin: “Non chiamatelo raptus”

Ogni pannello riporta una vignetta con un messaggio contro la violenza di genere, disvelando miti e stereotipi che circondano questo tema

Belluno, inaugurate le vignette di Anarkikka in ricordo di Giulia Cecchettin: “Non chiamatelo raptus”
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Inaugurata una mostra a Belluno, in ricordo di Giulia Cecchettin.

Belluno, inaugurate le vignette di Anarkikka in ricordo di Giulia Cecchettin: “Non chiamatelo raptus”

“Facciamo in modo che non ci sia solo il 25 novembre, ma che le riflessioni e soprattutto le azioni per eliminare la violenza contro le donne e contrastare le discriminazioni di genere si facciano tutti i giorni, perché è una questione che ci riguarda tutti e solo insieme facendo rete con enti, istituzione, associazioni e tutti i cittadini e le cittadine, possiamo tentare di cambiare questa la cultura patriarcale che produce effetti devastanti”.

La consigliera di Parità della Provincia di Belluno, Flavia Monego, ha presentato così la mostra “Non chiamatelo raptus”, allestita a Palazzo Piloni per la ricorrenza del 25 novembre, con la collaborazione della Provincia e il patrocinio delle Commissioni pari opportunità di Belluno e Ponte nelle Alpi. Un’esposizione di vignette dell’artista Anarkikka che è stata inaugurata oggi, nel ricordo di Giulia Cecchettin.

In testa alla mostra, infatti, è stata collocata una poltrona rossa, su cui è stato posizionato il cartello del “Posto occupato”.

“Un gesto concreto dedicato a tutte le donne vittime di violenza - ha detto Monego - Ciascuna di quelle donne, prima che un marito, un ex, un amante, uno sconosciuto decidesse di porre fine alla sua vita, occupava un posto a teatro, sul tram, a scuola, in metropolitana, nella società. Questo posto oggi voglio dedicarlo a Giulia, quel posto potrebbe essere stato occupato da lei, se un uomo non avesse deciso di porre fine alla sua giovane vita”.

La mostra, che resterà aperta e visitabile nel Salone Presidenza fino al 5 dicembre, raccoglie 30 pannelli di Anarkikka. Ogni pannello riporta una vignetta con un messaggio contro la violenza di genere, disvelando miti e stereotipi che circondano questo tema delicato ma cruciale.

“L’obiettivo è sensibilizzare il pubblico sulla realtà della violenza di genere, stimolando la riflessione e la discussione su come combattere questo problema sociale - ha spiegato Flavia Monego - Non solo una mostra artistica, quindi, ma un impegno collettivo contro la violenza di genere, per dimostrare che la consapevolezza è una delle chiavi per creare un mondo più sicuro”.

Le vignette sono caratterizzate da un linguaggio immediato, ironico e tagliente e hanno l’obiettivo di far emergere tutti gli stereotipi che condizionano ancora moltissimo la mentalità comune. L’autrice lancia un importante messaggio: il linguaggio è complice della violenza di genere.

“La narrazione tossica che viene spesso veicolata dai mass media rappresenta un problema serio e diffuso. Il linguaggio accompagna e rafforza una narrazione errata riguardo alla sopraffazione, che è presente in tutti noi; una narrazione che sostiene che la gelosia sia attenzione, che il possesso sia amore e che un crimine sia solo un impulso momentaneo - ha spiegato Monego - È un linguaggio che minimizza il crimine, assolve l’uomo e getta ombre sulla donna, la vittima, che viene indicata come colei che ha cercato ciò che le è successo”.

La Consigliera di Parità si è espressa anche sul tema dei Centri Antiviolenza, a rischio dopo l’entrata in vigore dell’intesa Stato-Regioni che modifica i requisiti minimi di accesso ai finanziamenti.

“Qualche mese fa avevo scritto in Regione in merito a questa questione, chiedendo una deroga per la provincia di Belluno. L’assessora Lanzarin mi ha risposto, due volte, garantendomi di essersi attivata con tavoli di confronto sia a livello regionale sia nazionale e di aver convocato il Coordinamento veneto dei Centri Antiviolenza per lavorare nella direzione di cambiare i requisiti richiesti. A questo punto il problema non è più solo del nostro territorio e del nostro unico Centro, ma anche regionale e nazionale”.

La mostra sarà visitabile a Palazzo Piloni con i seguenti orari: dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 12.30; il martedì, il giovedì e il venerdì anche dalle 14.30 alle 17.

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