Boom di truffe informatiche nel Bellunese, +13% in un anno
Nella maggior parte dei casi i crimini sono ideati e commessi da soggetti residenti fuori provincia e/o all’estero
Continua a salire, anno dopo anno, il dato sulle truffe informatiche in provincia di Belluno.
Boom di truffe informatiche nel Bellunese, +13% in un anno
Se nel corso del 2023 le denunce presentata alla Polizia di Stato erano state 142 denunce, nel 2024 ne sono state registrate ben 189 con un aumento del 13%, a dimostrazione della sempre maggiore diffusione nella vita quotidiana dell’uso di internet e dei social media.
Nel contempo si è avuto un corrispondente incremento dell’azione investigativa del personale delle Volanti e della squadra mobile della polizia di Stato che ha permesso di individuare e denunciare all’autorità giudiziaria ben 156 persone responsabili di tali reati. Le numerose indagini svolte hanno permesso di appurare che nella maggior parte dei casi i crimini sono ideati e commessi da soggetti residenti fuori provincia e/o all’estero, mentre Belluno rimane soltanto un “terminale”, interessata solo dalla presenza delle persone offese.
Le truffe comunemente consumate e tentate online sono molteplici. Le più ricorrenti sono la “truffa del falso operatore”, dove i malviventi fingendo di essere dipendenti bancari o operatori di polizia contattano la vittima telefonicamente o con sms, la avvertono di un accesso anomalo sul conto corrente e la inducono a trasferire tutto il denaro su un altro conto ritenuto sicuro; la “truffa del falso parente” in cui l’utente viene contattato da una persona che finge di essere il figlio o un parente e comunica di aver smarrito i propri documenti, il cellulare e il bancomat.
Per acquistare il nuovo smartphone richiede l’invio di una somma di denaro o con bonifico o una ricarica di prepagata; gli annunci fraudolenti sui siti di vendita, dove i truffatori sfruttano le principali piattaforme social per pubblicare falsi annunci di vendita di beni e servizi a prezzi estremamente vantaggiosi, una volta ricevuto il denaro non faranno seguire nessuna spedizione alla vittima; la truffa del falso acquirente, in cui dopo aver contattato una vittima che ha postato su una piattaforma l’annuncio della vendita di un bene on line, il delinquente induce l’utente a raggiungere un ATM per ricevere il pagamento, dando però indicazioni fraudolente che indurranno la vittima a ricaricare con proprio denaro carte prepagate in possesso del truffatore.
A margine di questi episodi di delitti online contro il patrimonio mediante frode, vanno menzionati anche quelli effettuati con la minaccia: la persona offesa frequentando chat erotiche o d’incontri, viene indotta a condividere con l’interlocutore/interlocutrice immagini o video intimi. Subito scatta una vera e propria estorsione in quanto il delinquente che si trova al di là del monitor minaccerà la vittima di postare sui social i contenuti appena carpiti qualora l’estorto non effettui un pagamento telematico di una certa somma di denaro.
A tale riguardo, per prevenire tali reati, la polizia consiglia di fare sempre molta attenzione all’uso di internet e dei social e in particolare di non digitare link sospetti, contenuti in email o sms; di collegarsi, attraverso un comune motore di ricerca, al sito o all’app ufficiale; non comunicare i propri dati di accesso e non effettuare bonifici o altri versamenti di denaro se la richiesta viene effettuata per telefono, sms, e via e-mail da sedicenti appartenenti alle Forze di polizia, dipendenti delle Poste italiane o di istituti bancari o da quanti dichiarano di essere parenti o amici in difficoltà, contattando invece la persona sull’utenza di cui si è già in possesso per verificare che non si tratti di una truffa.