Bottacin: “Al deflusso ecologico bisogna dire no, il nostro territorio ha troppo da perdere”
Per il Bellunese un'applicazione integrale significherà lo svuotamento dei laghi, la distruzione del loro ecosistema e del turismo connesso.
“Al deflusso ecologico bisogna dire no, il nostro territorio ha troppo da perdere”. E' un appello, quello lanciato dall'assessore regionale Gianpaolo Bottacin al Bellunese.
"Al deflusso ecologico bisogna dire no"
Dal primo gennaio 2022 entra in vigore la normativa europea sul deflusso ecologico. Una norma vecchia vent'anni, finora mai applicata, che fissa il deflusso ecologico ovvero la quantità minima di acqua da assicurare a fiumi e torrenti secondo un algoritmo che alza il livello rispetto al deflusso minimo vitale rispettato finora. Per il Bellunese un'applicazione integrale significherà lo svuotamento dei laghi, la distruzione del loro ecosistema e del turismo connesso. Non solo, anche la necessità per i Canadair di dover far riferimento al Lago di Garda, a quel punto, in caso di incendi. La speranza, oggi, è appesa alla possibilità di ottenere una deroga, ma serve la collaborazione di tutti. Da qui l'appello all'ente Provincia e non solo.
“La direttiva prevede la possibilità di deroghe – spiega Bottacin -, ma serve dimostrare attraverso simulazioni come l'applicazione della norma sarebbe nociva oltremodo per il nostro territorio. La Regione lo sta facendo da tempo, sul Piave e sul Brenta, così anche Enel e i consorzi di bonifica. Sono certo che anche la Provincia si schiererà da questa parte, il presidente Roberto Padrin è sensibile ai temi ambientali e questa è una partita troppo importante per il nostro territorio per restare indifferenti”.
Il turismo ne uscirebbe distrutto
La direttiva europea farebbe decadere l'applicazione del deflusso minimo vitale a favore del deflusso ecologico. Un passaggio che, se da un lato garantisce maggior portata ai fiumi, dall'altro toglie equilibrio all'ambiente dei laghi e a tutto l'indotto economico legato all'acqua. In pianura le difficoltà per l'agricoltura sarebbero immediate e porterebbero ad un calo del 46% della produzione, mentre in montagna a pagare le conseguenze maggiori sarebbero i laghi. I risultati delle simulazioni condotte dalla Regione dicono che nella maggior parte dei casi il rispetto della norma lascerebbe i bacini bellunesi pressochè vuoti.
“Un disastro – commenta Bottacin -: il turismo ne uscirebbe distrutto così come l'ecosistema e ci sarebbero gravi problemi in caso di incendio perchè con i livelli così bassi gli aerei non sarebbero in grado di pescare l'acqua. Per non parlare dell'energia elettrica, si parla tanto di fonti rinnovabili, ma questo porterebbe a dover ricorrere alle fonti fossili, con conseguente produzione di Co2”. Si avrebbe infatti un calo di 930 gigawattora nella produzione di energia elettrica e la conseguente necessità, quindi, di produrla con fonti fossili.