L'allarme

Caro bollette a Belluno e provincia: nel 2023 le piscine potrebbero rimanere chiuse

Nessun impianto si salva. In alcuni casi i costi sono quadruplicati…

Caro bollette a Belluno e provincia: nel 2023 le piscine potrebbero rimanere chiuse
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È drammatica la situazione delle piscine bellunesi.

Caro bollette: nel 2023 le piscine potrebbero rimanere chiuse

Belluno - La piscina di Belluno è l’impianto più grande e con i maggiori flussi in provincia, ma sconta gli stessi problemi delle strutture più piccole. Al 31 ottobre 2022, la somma delle bollette elettriche ammonta a 58.389 euro; il totale dei dodici mesi 2021 era stato di 48.533 euro. A fronte di un consumo di 53mila chilowatt di ottobre di quest’anno, la spesa è stata di 11.507 euro; un consumo identico costava circa 8mila euro fino a un anno fa. La spesa del gas (che ha la stessa fornitura per piscina e Spes Arena) risulta invece raddoppiata in un anno: al 30 settembre di quest’anno la somma dei costi arriva a 160.238 euro, mentre i dodici mesi 2021 arrivava a 84.847 euro.

Pedavena e Santa Giustina - Tutte le piscine hanno lamentato negli ultimi tempi un aumento spropositato delle spese di gestione. In alcuni casi, i costi sono quadruplicati, come ad esempio a Santa Giustina, dove la gestione è affidata a Ondablu (che interviene per il 42,5% sul pagamento delle bollette, intestate al Comune). La bolletta del gas di un semestre 2021 era stata di 19.100 euro, quella del 2022 (causa aumenti e nuovo contratto) ammonta a 55.500 euro. Per l’elettricità invece si passa dai 22.400 euro di un semestre 2021 a 84.700 euro di un semestre 2022. Si salva invece l’impianto di Pedavena, sempre gestito da Ondablu per conto del Comune, grazie a tariffe bloccate fino a marzo 2023: il gas è passato dai 13.054 euro del secondo semestre 2021 ai 13.830 euro del secondo semestre 2022; l’energia elettrica invece è calata da 13.340 euro a 9.680 euro, in virtù di un minore consumo dovuto al clima più caldo della stagione.

“Ma si prevede un aumento di quattro volte nel 2023, se la situazione non cambierà” spiega Angelo Paganin, amministratore di Ondablu, società che conta 13 dipendenti e una settantina di collaboratori sportivi.

Agordo - I costi variano da impianto a impianto, perché le piscine hanno contratti di fornitura diversi e anche sistemi di riscaldamento differenti. Eppure, il perimetro delle spese si è allargato ovunque, in maniera più o meno omogenea. Ad Agordo, ad esempio, le spese sono triplicate: la bolletta elettrica è passata da 0,26 a 0,74 euro al chilowatt/ora, mentre quella del gas per riscaldamento acqua e ambienti è lievitata in un anno da 0,56 euro a 1,50 euro al metro cubo.

“Costi estremamente rilevanti per strutture come la nostra che devono scaldare sia gli ambienti sia l’acqua” spiegano i gestori della società Attivamente Agordino.

Pieve di Cadore - La piscina di Pieve di Cadore, in gestione all’associazione Mondosport, ha visto lievitare la bolletta elettrica del 66% in un anno: le fatture giugno-settembre 2021 erano state di 3.368 euro, quelle dello stesso periodo di quest’anno ammontavano a 5.588 euro. Aumento dell’87% per il riscaldamento, passato da 1.310 a 2.446 euro in appena dodici mesi (dato giugno-settembre 2022 su stesso periodo 2021).

Longarone - Più complicato il discorso per l’impianto di Longarone di proprietà del Comune e in gestione all’associazione Lessinia Nuoto. L’energia che serve alla piscina arriva da tre fonti diverse: elettricità, gas e riscaldamento a cippato, materia che fino a pochi mesi fa costava pochissimo e che ha subito un’impennata del 25-30%. In più, l’impianto possiede un cogeneratore a gas che aiuta nell’abbassare i consumi elettrici, ma funzionava a regime quando il gas costava meno. Oggi non è più così.

I costi complessivi sono triplicati - spiega il gestore Cristian Rebuzzi -. Per rendere sostenibile la piscina, dovremmo far pagare 15 o 18 euro un ingresso singolo: impossibile. A queste condizioni, gli impianti a rischio chiusura sono tantissimi. Se non arriveranno aiuti, sarà un inverno complicato e difficile”.

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