Caso Safilo, si valuta la proposta di Thélios ma riguarderebbe solo 250 dipendenti su 458
I sindacati: “Non ci possono essere tempi di gestione diversi e soprattutto non possono esserci soluzioni che definiscano lavoratori di serie A, che trovano una sistemazione immediata, e altri di serie B, ai quali non viene data prospettiva”
Aperti al confronto con Thélios senza alcun pregiudizio ma con un punto fermo: salvaguardare l’occupazione.
Caso Safilo, si valuta la proposta di Thélios ma riguarderebbe solo 250 dipendenti su 458
“Una cosa va detta prima di tutto - sottolinea Gianni Boato, segretario generale della Femca Belluno Treviso -Thélios in questa vicenda è parte della possibile soluzione e non è essa stessa un problema ma, almeno in questa fase, si propone come possibile valida alternativa di sviluppo per il distretto e l’intera provincia nonché, appunto, quale parte di una possibile soluzione di questa complicata vertenza. Il problema piuttosto è Safilo, che ha deciso di abbandonare il territorio nel quale ha prosperato per anni, impoverendolo da un punto di vista industriale, economico e sociale”.
I sindacati sono cauti.
“Con l’azienda che sta trattando l’acquisto dello stabilimento di Longarone - prosegue Boato - è doveroso da parte sindacale ricercare tutte le strade possibili affinché non vada disperso un importante presidio industriale del territorio e vengano individuate valide soluzioni occupazionali in grado di garantire posti di lavoro, in continuità con quanto presente oggi in Safilo, ma anche e soprattutto in prospettiva. Oggi, però, non è possibile dare giudizi e valutazioni rispetto a un confronto che di fatto non è ancora iniziato, né tantomeno porre condizioni di veto su possibili scenari futuri che non siamo in grado di definire con gli elementi di conoscenza che abbiamo in mano in questo momento. Quello che va detto è che ci sono 458 lavoratori che, per quanto ci riguarda, devono trovare tutti una soluzione e che Thélios si dice pronta a farsi carico di una parte di queste persone. Inizieremo a discutere con loro per capire meglio il perimetro, le condizioni e la natura delle proposte, così come saremo pronti anche noi a elencare le nostre per il bene di tutti i lavoratori che rappresentiamo”.
Sulla tutela dell’occupazione la posizione della Femca è chiara.
“Le soluzioni per i 458 lavoratori - sottolineano Zanon e Boato - devono avere un quadro complessivo simultaneo: non ci possono essere tempi di gestione diversi e soprattutto non possono esserci soluzioni che definiscano lavoratori di serie A, che trovano una sistemazione immediata, e altri di serie B, ai quali non viene data prospettiva, lasciandoli in un limbo di incertezze e frustrazioni. Di conseguenza bisogna ragionare con qualsiasi player che potrebbe essere interessato alla professionalità dei 208 dipendenti che rimarrebbero fuori dalla proposta di Thélios”.
Gli stabilimenti Safilo a Longarone sono due. Uno in funzione, ospitante la prima fase della lavorazione dell’occhiale (galvanica, pregalvanica e verniciatura), quello su cui Thélios ha puntato gli occhi, evidentemente per l’interesse a internalizzare la prima fase della lavorazione; un secondo, fisicamente separato dal primo, con macchinari dismessi, oggi usato come magazzino. Mentre sul primo si è concentrato l’interesse di Thélios, per la Femca anche il secondo può rappresentare una buona opportunità di investimento per altri player che potrebbero sviluppare l’attività di finissaggio con le rimanenti maestranze specializzate.
“Noi - concludono Zanon e Boato - aspettiamo che sul tavolo ci siano tutte le proposte possibili, così da poter iniziare concretamente a ragionare sugli accordi sindacali. Auspichiamo che al più presto si presentino altre manifestazioni di interesse”.