Chiesa di San Martino sospesa sulla frana: al via il cantiere per salvarla
Ora la struttura fatta di pali e di circa 60 tiranti è molto sollecitata e dev’essere rinforzata.
C’è roccia sotto alla chiesa e ciò permetterà di dare il via al cantiere per salvarla.
Chiesa di San Martino sospesa sulla frana
Prosegue la corsa contro il tempo per salvare l'antica chiesa di San Martino in Val Cadore dalla minaccia sempre più concreta di una frana. Domani, giovedì 7 ottobre 2021 si compiranno alcuni sondaggi in profondità (fino a 60 metri), per determinare la tipologia della roccia sottostante e le sue caratteristiche meccaniche, a seguito dei quali si potrà perfezionare un progetto per dare stabilità alla rupe su cui sorge l’antico edificio.
Attraverso una conferenza, convocata presso la Curia di Belluno nel pomeriggio di ieri, 5 ottobre 2021, è stato illustrato il progetto per poter salvare la chiesa. Il vescovo di Belluno-Feltre, Renato Marangoni ha espresso gratitudine nei confronti dei parrocchiani per la dignità con cui hanno accettato la sofferenza di questi mesi, che sono stati segnati anche dall’improvvisa morte del parroco don Giuseppe Bortolas.
All’incontro era presente anche il sindaco di Valle di Cadore Marianna Hofer e il dottor Tommaso Fornasiero della Soprintendenza collegato in streaming. Il sindaco ha spiegato:
“Grazie all’impegno dell’assessore Gianpaolo Bottacin, si è reperito un finanziamento dai ‘fondi Vaia, per l’ammontare di 1.100.000 euro, che si aggiungono a quanto già messo sul tavolo dal Comune per lo studio del caso che ammonta a 15mila euro e dal Ministero per il monitoraggio e per il piano di evacuazione degli arredi per un totale di 60mila euro. La sfida è importante e entro il 31 dicembre i lavori devono essere contrattualizzati”.
Creare una “botte” attorno allo sperone
Il Comune ha incaricato l’ingegnere Siro Andrich di studiare sul caso ed è riuscito a trovare una soluzione progettuale: creare una sorta di “botte” attorno allo sperone su cui sorge la chiesa, riuscendo a rinforzare la berlinese esistente.
Ora la struttura fatta di pali e di circa 60 tiranti è molto sollecitata e dev’essere rinforzata con un cordolo ancorato agli strati di roccia sottostanti. Il materiale che fuoriuscire dalla berlinese dovrà essere “imbalsamato” con delle colate di boiacca e un placcaggio aderente ai pali.