Crisi Safilo, istituito il Comitato di sorveglianza: ecco cosa accadrà
Il primo passo sarà lo sciopero dell'8 febbraio. Poi, il 22, tavolo tecnico in Regione
È stato istituito oggi, giovedì 2 febbraio, a Longarone il Comitato di sorveglianza socio-istituzionale per la gestione della crisi Safilo.
Crisi Safilo, istituito il Comitato di sorveglianza: ecco cosa accadrà
La proposta è stata condivisa in maniera unanime dal tavolo convocato dal sindaco di Longarone e presidente della Provincia di Belluno, a cui hanno partecipato il senatore Luca De Carlo, i consiglieri regionali Silvia Cestaro e Giovanni Puppato, i presidenti delle Unioni Montane Belluno-Ponte, Feltrina, Valbelluna e Centro Cadore, i sindaci di Soverzene e Pieve di Cadore, le sigle sindacali territoriali e regionali, e i rappresentanti di Confindustria Belluno Dolomiti, oltre a una delegazione di lavoratori.
È stato convenuto che il Comitato di sorveglianza sarà presieduto dal sindaco di Longarone. Ne faranno parte il senatore De Carlo, l’assessore regionale al Lavoro Elena Donazzan con l’unità di crisi regionale, i consiglieri regionali territoriali e i rappresentanti delle sigle sindacali Cgil, Cisl e Uil.
L’obiettivo è la salvaguardia del sito produttivo, dove oggi sono impiegati poco meno di 500 lavoratori, residenti soprattutto nella zona Longarone-Cadore-Ponte, ma anche in Valcellina e in diverse parti della Valbelluna.
Il Comitato monitorerà costantemente la situazione. La prima tappa sarà mercoledì prossimo (8 febbraio) con lo sciopero in tutti gli stabilimenti del Gruppo Safilo (oltre a Longarone, anche Santa Maria di Sala e Padova) e la manifestazione organizzata dai lavoratori.
Il 22 febbraio è convocato in Regione il tavolo tecnico per un primo confronto in cui l’azienda sarà chiamata a rappresentare la situazione e presentare uno studio sulle possibili soluzioni.
Da parte del Comitato di sorveglianza è stata condivisa la necessità di affrontare in maniera unitaria ogni passo, con l’obiettivo che Safilo mantenga il suo impegno sul territorio e al fine di salvaguardare un sito produttivo che funziona, una fabbrica in grado di fare utili grazie alle competenze dei lavoratori e al know-how maturato dalle maestranze attive nello stabilimento longaronese.