Agordo

Dalla Regione 500mila euro per le bonifiche all’ex Follador

Identificata la potenziale sorgente primaria di contaminazione nel serbatoio interrato e destinato allo stoccaggio del gasolio da riscaldamento dell’edifico, ne è stata effettuata la bonifica e prevista la rimozione in sicurezza di emergenza.

Dalla Regione 500mila euro per le bonifiche all’ex Follador
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La Regione ha accolto la richiesta del Comune di Agordo ad intervenire con un finanziamento di 500.000 euro, necessario per una serie di bonifiche ambientali.

Dalla Regione 500mila euro per le bonifiche

L’annuncio è stato fatto dall’assessore all'Ambiente, Gianpaolo Bottacin, dopo l'approvazione della delibera con cui la Giunta regionale ha promosso il contributo:

"Sempre vicini al territorio, come Regione abbiamo accolto positivamente la richiesta del Comune di Agordo ad intervenire con un finanziamento di 500.000 euro, necessario per una serie di bonifiche ambientali da attuarsi nell'area dell'ex Istituto Minerario Follador dove sono state riscontrate delle contaminazioni da idrocarburi".

Presso il sito era stato da tempo attivato un procedimento ambientale a seguito del rinvenimento di terreno con evidenze di contaminazione da idrocarburi durante i sondaggi per la relazione geologica collegata al progetto di recupero e valorizzazione dell'ex istituto. Identificata la potenziale sorgente primaria di contaminazione nel serbatoio interrato e destinato allo stoccaggio del gasolio da riscaldamento dell’edifico, ne è stata effettuata la bonifica e prevista la rimozione in sicurezza di emergenza. L'assessore ha spiegato:

"Nel corso di tale operazione, alla presenza anche del nostro braccio operativo rappresentato da ARPAV, è stato possibile constatare l’integrità del serbatoio, ma al tempo stesso mettere in luce la presenza di due ulteriori serbatoi la cui esistenza non risultava segnalata nella documentazione agli atti del Comune”.

Situazione complessa

Questi serbatoi, in calcestruzzo, si trovavano in cattivo stato di conservazione e al di sotto di essi era evidente la presenza di terreno intriso di idrocarburi. Non essendo possibile prevedere la rimozione dei serbatoi in calcestruzzo in seno al cantiere, l’operazione è stata posticipata e sono state eseguite ulteriori indagini.

Una situazione complessa a cui il Comune non era in grado di far fronte con autonome risorse. Da qui la richiesta, avanzata ai primi di maggio, da parte dell'amministrazione agordina e che oggi ha trovato riscontro con delibera regionale. L'assessore ha concluso:

"Come d'abitudine in tutte le situazioni in cui decidiamo di intervenire in aiuto delle amministrazioni le scelte sono state fatte sulla base di evidenze scientifiche, seguite dai nostri uffici e rafforzate anche dalle analisi presenti nell'anagrafe dei siti contaminati predisposta da ARPAV".

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