Feltre

Diffamati sui social e poi risarciti: 13 poliziotti donano la cifra agli Amici di San Patrignano

L’associazione: “La donazione di oggi è per noi particolarmente importante, poiché la nostra attività è quasi integralmente autofinanziata”

Diffamati sui social e poi risarciti: 13 poliziotti donano la cifra agli Amici di San Patrignano
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Un paio di anni fa erano stati diffamati sui social.

Diffamati sui social e poi risarciti: 13 poliziotti donano la cifra agli Amici di San Patrignano

L’autore del post aveva rivolto loro epiteti pesanti nel contesto di alcuni controlli legati al covid ed era stato querelato.

Durante le indagini per diffamazione era poi stato trovato un accordo di conciliazione con i tredici agenti del comando di Polizia Locale di Feltre e questi, di conseguenza, avevano ritirato la querela.

La somma ricevuta a titolo di risarcimento (pari a 1.570 euro) è stata devoluta all'Associazione “Amici di San Patrignano”, che ha sede a Lavis, in provincia di Trento, e si occupa del sostegno e del recupero terapeutico delle persone che hanno incontrato la tossicodipendenza.

Oggi, mercoledì 15 marzo, sono stati consegnati i soldi alla presidente dell’associazione Carla Pallaoro e al direttore Maurizio Folgheraiter. Presenti anche il sindaco di Feltre Viviana Fusaro e l’assessore Alberto Curto.

“Sono estremante felice del gesto dei nostri agenti - ha sottolineato il sindaco Fusaro - sia per la decisione di devolvere la cifra ricevuta come risarcimento in beneficenza, sia per la scelta dell’associazione destinataria, impegnata da quasi 20 anni in un ambito estremamente difficile e delicato come quello della tossicodipendenza”.

L’associazione opera dal 2005 in Trentino Alto Adige, ma anche in Primiero e nel Feltrino, nell’affiancare le persone che lottano con problemi di dipendenza, sia nel percorso preparatorio all’ingresso nella comunità di San Patrignano, che nel reinserimento sociale dopo la loro uscita.

“La donazione di oggi – ha spiegato la presidente Pallaoro - è per noi particolarmente importante, poiché la nostra attività è quasi integralmente autofinanziata. Il nostro impegno è molto ampio, perché si estende anche alle famiglie delle persone in cura, oltre che agli incontri che gestiamo con alcuni detenuti presso le carceri di Trento, Bolzano e Verona. In questi 18 anni di attività sono circa 200 le famiglie che si sono avvicinate al nostro mondo per ottenere aiuto e accompagnamento ad affrontare un problema che riguarda sempre di più, purtroppo, anche la fascia dei giovani e giovanissimi”.

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