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Diga Vanoi, la Provincia si appella alla Nature Restoration Law

La Provincia: “Perché costruire sbarramenti nuovi se l’Ue ci chiede di eliminare quelli esistenti?”

Diga Vanoi, la Provincia si appella alla Nature Restoration Law
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Continua la discussione sulla diga del Vanoi.

Diga Vanoi, la Provincia si appella alla Nature Restoration Law

La provincia di Belluno, questa volta, si appella alla Nature Restoration Law dopo aver ripetuto più volte e in più occasioni la sua contrarietà.

Ce lo chiede l’Europa. E stavolta non è un modo di dire inflazionato. Per il Vanoi la posizione della Provincia rimane ferma anche perché, oltre ai non trascurabili problemi di sicurezza, c’è la questione degli ambienti naturali”.

Lo dice il presidente della Provincia di Belluno, Roberto Padrin, facendo riferimento alla Nature Restoration Law, la legge comunitaria per il ripristino degli habitat degradati in Europa approvata nel giugno 2024.

La norma europea ha adottato un regolamento preciso che si propone di ripristinare almeno il 20% degli habitat degradati entro il 2030, per arrivare al 90% nel 2050. Per quanto riguarda i corsi d’acqua, l’obiettivo è quello di ripristinare almeno 25.000 km di fiumi a scorrimento libero entro il 2030, attraverso l’eliminazione delle tante barriere obsolete ancora presenti (articolo 9 del regolamento). Inoltre, ogni Stato membro è chiamato a quantificare la superficie che deve essere ripristinata per conseguire gli obiettivi di ripristino.

“Uno degli allegati del regolamento stila un elenco preciso delle misure di ripristino da adottare - aggiunge il consigliere provinciale delegato al demanio idrico, Massimo Bortoluzzi - Due punti sono particolarmente indicativi del nostro caso: rimuovere le barriere longitudinali e laterali, quali argini e dighe; dare maggiore spazio alle dinamiche dei fiumi e ripristinare i tratti fluviali a scorrimento libero. E rinaturalizzare gli alvei dei fiumi, i laghi e i corsi d'acqua di pianura, per esempio rimuovendo gli elementi di correzione artificiale del corso degli alvei, ottimizzando la composizione del substrato, migliorando o sviluppando la copertura degli habitat. Se davvero si andasse verso la prosecuzione degli studi progettuali si rischierebbe di sperperare denaro per nulla”.

La conclusione.

“Le alternative alla diga ci sono e state presentate, sia nelle osservazioni depositate dalla Provincia sia nelle tappe del dibattito pubblico a Canal San Bovo e a Cittadella sia anche in tutte quelle in videoconferenza a cui abbiamo partecipato - sottolinea il consigliere Bortoluzzi -. Ora sta al Consorzio Brenta recepirle”.

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