Dolomiti “zona disagiata” per i medici di base, investimento di oltre 700mila euro
Il commissario Dal Ben: “Spero che questo ulteriore incentivo, che riconosce i maggiori costi della montagna, possa essere da stimolo concreto per nuovi professionisti a scegliere la bellezza delle Dolomiti per vivere e lavorare”
Tutta l’Ulss Dolomiti, ad esclusione dei capoluoghi di Belluno e Feltre, è stata riconosciuta come “zona disagiata” per i medici di medicina generale: continuano le azioni concrete per potenziare la sanità territoriale.
Dolomiti “zona disagiata” per i medici di base, investimento di oltre 700mila euro
Per riconoscere il differenziale del vivere e lavorare in montagna e per migliorare la capacità attrattiva del territorio, l’Ulss Dolomiti ha stabilito un ulteriore riconoscimento per i medici di medicina generale che operano in tutti i comuni della provincia, tranne Belluno e Feltre (che hanno una densità abitativa sopra i 200 ab/kmq, scarsa altitudine e sede di numerosi servizi).
L’investimento complessivo dell’Azienda, infatti, è di 721mila euro aggiuntivi rispetto a quanto già stanziato lo scorso marzo per il riconoscimento delle zone disagiatissime, che sono state confermate. Il Comitato Aziendale dei Medici di medicina generale, nella seduta del 27 settembre, ha condiviso i criteri per l’individuazione delle zone disagiate, proposti dalla direzione.
“Più che “disagiata”, direi che la provincia di Belluno è “speciale” - commenta il commissario Dal Ben che ha fortemente premuto sull’acceleratore per questo riconoscimento ai medici di medicina generale che operano in queste zone - Una buona sanità parte dall’impegno diffuso di chi è in prima linea, in questo caso dai medici di medicina generale, che rappresentano il primo riferimento per il cittadino sul territorio. Spero che questo ulteriore incentivo, che di fatto riconosce i maggiori costi che si devono affrontare in montagna per erogare i servizi, possa essere da stimolo concreto, al di là delle parole, anche per nuovi professionisti a scegliere la bellezza delle Dolomiti per vivere e lavorare a servizio di queste comunità”.
L’Ulss Dolomiti da tempo attua una politica di ricerca di nuovi medici di medicina generale e di accompagnamento nel contesto, spesso con la collaborazione delle amministrazioni comunali: oltre ad ambulatori gratuiti nelle sedi distrettuali o a prezzo calmierato, gli uffici si occupano personalmente di supportare i medici nella ricerca di appartamenti e di facilitare i vari passaggi connessi al cambio di residenza e attività. È costante, inoltre, il confronto con le Direzioni di Distretto e con gli specialisti ospedalieri anche su casi clinici, per dare modo anche ai giovani professionisti di sentirsi accolti e accompagnati.
Inoltre, la direzione sta investendo nella medicina di prossimità per dare sempre più servizi vicino a casa. Dopo l’acquisto degli ecografi per le Medicine di Gruppo Integrate di Santo Stefano, Longarone, Belluno e Feltre della scorsa settimana, è stato approvato anche l’acquisto di spirometri per la medicina di famiglia. Inoltre, d’accordo con il Comitato dei Pediatri, sono stati modificati gli ambiti territoriali, unendo l’ambito di Auronzo e Comelico per rendere così più attrattiva, come numero di assistiti, la zona dove comunque è stata trovata una soluzione soddisfacente per garantire l’assistenza pediatrica.
“Ricordo che i medici di Medicina Generale sono liberi professionisti, non dipendenti - conclude il commissario Dal Ben - l’Azienda, da parte sua, sta dando ai professionisti, con coraggio, il massimo supporto possibile sia economico che logistico”.