Lavoro

EssilorLuxottica punta sulla settimana corta: dal 2025 un intero sito produttivo lavorerà 4 giorni su 7

Accordo con i sindacati: 20 settimane l’anno con venerdì liberi e stipendio invariato. In arrivo anche progetti pilota sui dispositivi “wearable” e nuove stabilizzazioni

EssilorLuxottica punta sulla settimana corta: dal 2025 un intero sito produttivo lavorerà 4 giorni su 7

Una rivoluzione silenziosa ma concreta sta per cambiare il lavoro in EssilorLuxottica: dal primo gennaio 2025 un intero sito produttivo adotterà la settimana corta di quattro giorni, senza riduzioni di stipendio.

EssilorLuxottica punta sulla settimana corta: dal 2025 un intero sito produttivo lavorerà 4 giorni su 7

L’annuncio arriva dall’accordo programmatico firmato dal gruppo con le segreterie nazionali e i coordinamenti sindacali di Filctem-Cgil, Femca-Cisl e Uiltec-Uil.

Il modello nasce dall’esperimento introdotto oltre due anni fa con il contratto integrativo 2024-2026, che garantisce ai dipendenti 20 giorni di riposo aggiuntivi l’anno, tipicamente i venerdì.

Ora, per la prima volta, la formula sarà estesa a tutto un sito produttivo: 20 settimane lavorative su 4 giorni, mantenendo intatti salario e tutele.

Secondo l’azienda, l’obiettivo è duplice: migliorare il bilanciamento vita-lavoro dei dipendenti e aumentare la qualità del contributo individuale, soprattutto nel segmento del Made in Italy di alto di gamma, dove artigianalità e precisione restano centrali.

L’accordo non si limita alla riorganizzazione del tempo: sono previsti anche progetti pilota per la produzione in Italia di componenti per dispositivi “wearable”, settore in forte espansione, e percorsi di stabilizzazione a tempo indeterminato per i lavoratori coinvolti.

“Questo accordo riflette la nostra tensione costante verso l’innovazione – ha spiegato l’amministratore delegato Francesco Milleri –: crediamo in modelli che sappiano conciliare qualità della vita e qualità del lavoro, valorizzando le competenze già presenti nelle nostre fabbriche italiane”.

Dal canto loro, i sindacati sottolineano che l’intesa garantisce occupazione qualificata e prospettive industriali solide: “I nostri stabilimenti hanno tutte le carte in regola per affrontare le sfide future e continuare a mantenere alto il nome del Made in Italy”.