Giorgia, Gregor e Marta, i tre giovani con sindrome di Down che cureranno un orto a Feltre
Si tratta del nuovo progetto dell’AIPD Belluno per l’inserimento sociale e lavorativo di giovani con sindrome di Down
“Seminiamo il lavoro coltivando il futuro”.
Giorgia, Gregor e Marta, i tre giovani con sindrome di Down che cureranno un orto a Feltre
Si chiama così il nuovo progetto dell’AIPD (Associazione Italiana Persone con sindrome di Down), sezione della provincia di Belluno, che permetterà ad alcuni giovani con sindrome di Down, tra cui Giorgia, Gregor e Marta, di lavorare in un orto, dove apprenderanno le tecniche della semina, della raccolta di prodotti e della loro eventuale trasformazione.
L’orto si trova nello spazio offerto dall’Azienda Agricola San Giacomo di Feltre. I tre protagonisti del progetto, assieme ad un gruppo più ampio di giovani con sdD, saranno guidati anche in un percorso formativo orientato alla comprensione del ruolo di lavoratore, grazie all’operatrice AIPD Sabrina Campigotto, referente per l’area lavoro.
Nel complesso questo progetto vedrà coinvolti 15 giovani con sindrome di Down. Iniziato a gennaio 2023, quanto meno nella fase organizzativa, il progetto si è concretizzato nei primi giorni di maggio presso l’Orto Sociale dell’Azienda Agricola San Giacomo dove Giorgia, Gregor e Marta si ritrovano per due mattine la settimana. Continueranno per tutta l’estate fino al mese di ottobre.
Il lavoro ha la supervisione della volontaria Vania Candeago, dell’Azienda agricola Paissa di Castion, e che pone la sua competenza come preziosa guida per l’operatrice Claudia Errandi, referente AIPD per il progetto di orticoltura. Alla semina e raccolta di prodotti coltivati seguirà un’attività di trasformazione dei prodotti stessi che coinvolgerà un gruppo più ampio di giovani con sdD fino al mese di dicembre 2023.
Lungo tutto il corso del progetto l’associazione ha in programma anche occasioni di collaborazione con altre realtà del territorio, pubbliche e private, in un’ottica di crescita reciproca. L’iniziativa descritta è finanziata con i fondi dell’OPM della Chiesa Valdese.