l'indagine

Incidenza melanoma Belluno: prima causa di tumore negli uomini sotto i 50 anni. Dati sestuplicati rispetto al 1990

Un terzo degli escursionisti e un quarto degli sciatori affrontano la montagna senza alcuna protezione solare per la pelle

Incidenza melanoma Belluno: prima causa di tumore negli uomini sotto i 50 anni. Dati sestuplicati rispetto al 1990
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Presentata oggi, a Cortina d’Ampezzo, la campagna di sensibilizzazione contro il melanoma della Regione del Veneto.

Incidenza melanoma Belluno: prima causa di tumore negli uomini sotto i 50 anni. Dati sestuplicati rispetto al 1990

Un incontro a cui hanno partecipato: la Prof.ssa Alessandra Buja (Laboratorio di valutazione dei servizi sanitari e della promozione della salute, Unità di Igiene e sanità pubblica - Università degli studi di Padova), la Prof.ssa Anna Belloni Fortina (Scuola di Dermatologia Pediatrica dell’Azienda Ospedale Università di Padova e la Scuola di Specializzazione in Dermatologia), il Dott. Giuseppe Dal Ben (Commissario Azienda Ulss 1 Dolomiti), Dott. Sandro Cinquetti (Direttore del Dipartimento di Prevenzione – Azienda Ulss 1 Dolomiti), la Dottoressa Francesca Russo (Direttore della Direzione Prevenzione, Sicurezza Alimentare, Veterinaria – Regione del Veneto).

“Montagna sì! Melanoma No! Cortina rappresenta una vetrina mondiale, il luogo ideale per ribadirlo. Tra un anno si apriranno le Olimpiadi e le Paralimpiadi invernali. Sono l’occasione per raggiungere con questo messaggio milioni di appassionati, ricordando che il melanoma è una patologia in crescita e che l’esposizione ai raggi solari rappresenta un rischio anche in montagna” ha commentato l’assessore regionale alla Sanità e alle Politiche sociali Manuela Lanzarin.

Tramite un’indagine mirata si è scoperto che un terzo degli escursionisti e un quarto degli sciatori affrontano la montagna senza alcuna protezione solare per la pelle. Addirittura, tra i giovani sciatori si arriva all’80%. L’evento olimpico è quindi un motivo in più che consente alla Regione di rivolgersi a sportivi ma anche ad appassionati e turisti e far comprendere che nel vivere gli sport e la vita all’aria aperta in montagna bastano poche attenzioni per difendere la pelle.

La conferenza

“È importante agire con una strategia mirata per arrestare la crescita di una patologia che è possibile prevenire con corretti comportamenti – sottolinea l’assessore -. I rischi dell’esposizione al sole sono associati comunemente alla spiaggia e alla balneazione. Ma le condizioni che caratterizzano le aree di alta quota con un’elevata intensità delle radiazioni UV e l’effetto amplificante del riflesso sulla neve che aumenta la quantità di raggi ultravioletti fino all’80%, rendono le attività in montagna particolarmente rischiose per la pelle. Lo conferma che il melanoma è il tumore è più frequente nelle popolazioni montane”.

L’indagine presentata pone in risalto che nel 1990 nell’area dell’Azienda ULSS 1 Dolomiti, il tasso di incidenza standardizzato per età era di 6,3 su 100.000 per gli uomini e 13,8 su 100.000 per le donne. Nel 2021 è sestuplicato a 39,5 su 100.000 per gli uomini e più che raddoppiato a 33,2 su 100.000 per le donne.

Il melanoma rappresenta la prima causa di tumore nei maschi sotto i 50 anni e la seconda causa più frequente nelle femmine della stessa fascia d’età. Nella fascia d’età 50-69 anni, si posiziona come la quarta causa di tumore più frequente negli uomini e la terza nelle donne.

“Sono dati che indicano un’incidenza molto più forte che nel resto della regione – conclude l’assessore - Evidentemente in montagna c’è meno consapevolezza dei fattori di rischio rispetto al mare. Da qui nasce la necessità di mettere in campo una serie di azioni specifiche di prevenzione e sensibilizzazione. La montagna fa bene, il sole è un tocca sana per l’apporto vitaminico e per tanti altri benefici, anche all’umore. Bisogna, però affrontarlo in sicurezza. Godiamoci, quindi, le nostre montagne, le Dolomiti, ma con attenzione. L’utilizzo di creme solari con un alto fattore di protezione, di abbigliamento tecnico, di cappelli, occhiali da sole e altri strumenti preventivi deve diventare una parte integrante della quotidianità per chi vive la montagna o pratica sport sia estivi sia invernali. Questo cambiamento di approccio, se insegnato sin dalla giovane età, può rappresentare un investimento nel futuro della salute pubblica, contribuendo a ridurre sensibilmente il rischio di tumori cutanei”.

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