Dipendenze

La media tra gli adulti è di 11 sigarette al giorno, ma i dati bellunesi rivelano qualcos’altro

In provincia fuma il 16% dei cittadini, contro una media regionale del 22%. A livello nazionale, invece, il dato sale al 25%

La media tra gli adulti è di 11 sigarette al giorno, ma i dati bellunesi rivelano qualcos’altro
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Quanto si fuma in provincia?

La media tra gli adulti è di 11 sigarette al giorno, ma i dati bellunesi rivelano qualcos’altro

Tra gli adulti di 18-69 anni, intervistati dal sistema di sorveglianza PASSI nel periodo 2020/21 in Ulss Dolomiti, il 59% non ha mai fumato, il 25% è un ex fumatore e il 16% è fumatore. A livello regionale la percentuale di fumatori è pari al 22% mentre a livello nazionale al 25%.

La media di sigarette fumate al giorno è 11. Più di un fumatore su 6 dichiara di fumare 20 o più sigarette al giorno.

Tra i lavoratori intervistati nel territorio dell’Ulss Dolomiti, il 94% ha dichiarato che il divieto di fumare nel luogo di lavoro (al chiuso) è rispettato sempre (88%) o quasi sempre (6%). Tale percentuale complessiva (94%) è inferiore sia a quella regionale (97%) che a quella nazionale (96%).

Il 6% degli intervistati dichiara che il divieto di fumo non è mai rispettato (2%) o lo è raramente (4%).

In provincia di Belluno il 98% degli intervistati ha dichiarato che non si fuma in casa; il 2% che si fuma solo in alcuni locali. La percentuale di case “libere dal fumo” in provincia di Belluno risulta essere più alta di quella regionale (91%) e di quella nazionale (84%).

“A vent’anni dalla Legge Sirchia “Tutela della salute dei non fumatori” che ha esteso il divieto di fumo a tutti i locali chiusi, compresi i luoghi di lavoro privati o non aperti al pubblico, gli esercizi commerciali e di ristorazione, i luoghi di svago, le palestre, i centri sportivi - commenta Sandro Cinquetti, direttore del Dipartimento di Prevenzione - è aumentata la consapevolezza dei danni da fumo passivo, consapevolezza che induce all’astensione dal fumo anche negli ambienti di vita privati. Rimane ancora molto lavoro da fare per ridurre ulteriormente la percentuale di fumatori attivi, educando al non avvio della pratica del fumo e favorendo la disassuefazione tabagica per chi fuma. Fondamentale in questo senso è il ruolo delle famiglie, della scuola, degli operatori sanitari e di tutte le istituzioni con ruolo educativo (sport, associazionismo, ecc.)”.

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