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Mini-idroelettrico, la Provincia: “Serve chiarezza dal legislatore nazionale”

La Regione Veneto ha disposto la proroga per i piccoli impianti scaduti o in scadenza

Mini-idroelettrico, la Provincia: “Serve chiarezza dal legislatore nazionale”
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Chiarezza sul mini-idroelettrico da parte del legislatore nazionale.

Mini-idroelettrico, la Provincia: “Serve chiarezza dal legislatore nazionale”

È ciò che chiede il consigliere provinciale al demanio idrico Massimo Bortoluzzi, in merito all’approvazione in commissione regionale del progetto di legge presentato dalla giunta che prevede la proroga delle concessioni idroelettriche per le piccole centrali.

Un tema su cui la Provincia di Belluno aveva deliberato in consiglio lo scorso 30 luglio, approvando all’unanimità un atto di indirizzo politico, in particolare per l’esercizio delle centraline idroelettriche di potenza inferiore ai 3 MW.

La questione ruota attorno alla Bolkestein (Direttiva Servizi 2006/123/CE) secondo la quale qualsiasi concessione va messa in concorrenza. Ma in assenza di normativa statale di riferimento, che dovrebbe garantire regole uniformi su tutto il territorio nazionale, a salvaguardia del principio cardine della concorrenza, non è chiaro nemmeno se l’oggetto da mettere a gara sia la sola concessione del bene demaniale di disponibilità limitata, cioè l’acqua, oppure se si debbano accoppiare anche gli impianti esistenti, peraltro di proprietà dei privati, in assenza di disposizioni legislative per esproprio e indennizzo.

“Ringraziamo l'assessore Bottacin, la giunta e anche la commissione regionale per questo progetto di legge, che è in assoluta sintonia con l’azione promossa dalla Provincia nei mesi scorsi - il presidente della Provincia Roberto Padrin - Tra l’altro, c’è un pronunciamento dell’autunno scorso della Corte Costituzionale che, per un ricorso sull'argomento, si è rivolta alla Corte di giustizia dell’Unione Europea esponendo i propri dubbi sulla necessità delle gare anche per le centraline di minori dimensioni ovvero, in generale,  sull'applicabilità della Direttiva Bolkestein, e chiedendo una risposta; di conseguenza la partita delle mini derivazioni è stata sospesa in attesa della risposta della Corte Europea”.

La conclusione di Bortoluzzi.

“Ora questa azione della Regione Veneto raccoglie e rafforza la richiesta della Provincia e dell'intero territorio - conclude il consigliere - Infatti, la questione racchiude diverse sfaccettature, da quella economica a quella ambientale, senza tralasciare quella sociale, visto che molte centraline sono di proprietà dei Comuni e il loro introito finanzia interventi e servizi a favore delle comunità locali”.

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