Pasqua 2024, i bellunesi scelgono la qualità artigiana: mancano però pasticceri, panettieri e pastai
Nel corso del 2023, le cessazioni di impresa sono state superiori alle nuove aperture
Nella settimana di Pasqua salgono alla ribalta i consumi dei prodotti della tradizione e in particolare quelli del comparto dolciario, settore ad elevata vocazione artigianale.
Pasqua 2024, i bellunesi scelgono la qualità artigiana: mancano però pasticceri, panettieri e pastai
In provincia di Belluno sono interessate dai consumi tipici dei prodotti pasquali circa 180 tra pasticcerie e imprese del settore dolciario – comparto che include pasticceria fresca, gelati, biscotti, cacao, cioccolato, confetteria, etc. – con una alta vocazione artigianale: sono 152 le imprese artigiane, rappresentando l’84,9% delle imprese totali del settore.
“I maestri pasticceri, panificatori e pastai ed i loro preziosi collaboratori, sono un’eccellenza che non può andare perduta – afferma Cristiano Gaggion presidente della Federazione Alimentaristi di Confartigianato Imprese Veneto e di Confartigianato Imprese Belluno - Se vogliamo mantenere il privilegio di allietare le nostre feste con i prodotti tipici di altissima qualità che nascono dalla ricerca delle materie prime e dal saper fare artigiano, dobbiamo risolvere il problema della manodopera”.
Se infatti la domanda di questi prodotti è alta, manca però chi concretamente li realizza.
“La questione della ricerca del personale, - precisa Claudia Scarzanella, presidente di Confartigianato Imprese Belluno - si lega a quella di come attrarre e trattenere i giovani in azienda. Sotto questo punto di vista, i recenti dati del Censimento Permanente delle Imprese 2023 di Istat, indicano quali sono gli strumenti sui quali fanno leva le micro e piccole imprese. A Belluno: il 42,2% riconosce incrementi salariali (superminimi), il 25% offre gradi crescenti di autonomia sul lavoro e il 19,2% amplia i pacchetti di benefit (welfare aziendale etc)”.
La carenza di manodopera qualificata ha già iniziato ad influenzare l’andamento del numero di addetti artigiani (oggi sono 706 in provincia di Belluno di cui 437 per il sistema dolciario e 269 per la pasticceria). In calo del -8,4% nell’ultimo anno. Ed anche il numero di imprese è in leggera contrazione.
Dai dati Unioncamere si evince che, nel corso del 2023, le cessazioni di impresa sono state superiori alle nuove aperture, con un tasso di sviluppo negativo pari a -3,2%: il dato è imputabile ai tassi negativi riportati sia tra le imprese del settore dolciario (-1,1%), sia tra i laboratori artigianali di pasticceria (-5,8%).
“Secondo un recente studio condotto da Unione Italiana Food (Uif), il 20,7% delle famiglie italiane, per i dolci pasquali, preferisce prodotti artigianali. D’altro canto, la biodiversità della produzione agroalimentare veneta, ad elevata vocazione artigianale, si declina in ben 403 prodotti agroalimentari tradizionali, caratterizzati da metodiche di lavorazione, conservazione e stagionatura consolidate nel tempo. Ed è per tenere vivo tutto questo -conclude Gaggion- che da tempo siamo impegnati a far avvicinare i giovani al settore, mostrando quelli che sono gli elementi più attrattivi. La Pasqua è una festività che ci ricorda quanto anche il prodotto artigianale alimentare fa parte della ritualità legata alla tradizione celebrazione di una festività. Rituale strettamente collegato al patrimonio culturale e folkloristico che identifica il nostro territorio”.