Pochi poliziotti nel Bellunese: negli uffici in media ne mancano 7 su 10
Al Commissariato di Cortina la situazione più critica: zero amministrativi...
Prefettura, Questura e polizia stradale stanno vivendo una situazione drammatica. In alcuni uffici infatti mancano, in proporzione, quasi 7 dipendenti su 10.
Pochi poliziotti nel Bellunese: negli uffici in media ne mancano 7 su 10
Un grido d’allarme e una richiesta d’aiuto dopo l’assemblea sindacale dello scorso 6 settembre. Le Organizzazioni Sindacali Cisl Fp, Fp Cgil e Confintesa Fp, unitamente alle Rsu, hanno scritto al nuovo ministro dell’Interno Matteo Piantedosi per denunciare la grave carenza di organico negli uffici della Prefettura, della Questura e della sezione della Polizia stradale del territorio.
“La dotazione di personale civile per Prefettura, Questura e Sezione di Polizia Stradale di Belluno è rispettivamente di 70, 33 e 6 unità - sottolineano Angelo Costanza della Cisl Fp Belluno Treviso, Andrea Fiocco della Fp Cgil Belluno e Salvatore Ingrosso, segretario regionale di Confintesa Fp, nella missiva al titolare dell’Interno - mentre in servizio effettivo si registra una carenza di organico che supera il 60% e più precisamente per la Prefettura lavorano 28 dipendenti, per la Questura 13, mentre per la Polizia Stradale solo 2 colleghi, quest’ultima arrivando a una carenza del 66%”.
Una situazione incredibile è quella del commissariato di Cortina totalmente sguarnito di personale civile: su 6 amministrativi che dovrebbero essere in servizio non ce n’è neanche uno.
“A questo - scrivono i sindacalisti bellunesi - si devono aggiungere fruizioni di orari di lavoro a tempo parziale e colleghi in missione in altri uffici oppure altri che usufruiscono di istituti previsti dal CCNL. Ciò riduce ulteriormente l’effettivo numero di dipendenti in servizio nella provincia di Belluno. L’età media del personale in servizio si attesta attorno ai 58 anni e la dotazione di personale subirà inoltre ulteriori cali nell’immediato a causa dei pensionamenti”.
Con questi numeri, le tre strutture faticano a dare risposte ai cittadini. In particolare, ritardi e arretrati - fanno notare i sindacati - si ravvisano all’Ufficio cittadinanza, allo sportello immigrazione, negli uffici della polizia amministrativa, all’anagrafe, all’antimafia, negli uffici della Prefettura che si occupano del sistema sanzionatorio-patenti e depenalizzazione, nel servizio di contabilità e gestione finanziaria. Scarseggiano poi le risorse umane necessarie per far fronte ad emergenze di Protezione civile che potrebbero colpire il territorio, come già avvenuto nel recente passato (si pensi alla tempesta Vaia). A questo proposito, va sottolineato anche il fatto che le ore di lavoro straordinario effettuato dai dipendenti in quei giorni drammatici sono state pagate dopo quasi 4 anni, mentre quelle dell’evento del dicembre 2020 non sono ancora state pagate, e che le esigue risorse economiche stanziate per il pagamento degli straordinari, anche in occasione delle tornate elettorali dei referendum e delle amministrative, ha costretto il personale alla trasformazione dello straordinario in riposo compensativo.
“Questa è la situazione in cui si trovano le più importanti strutture periferiche dello Stato nel territorio della provincia di Belluno - scrivono le Organizzazioni sindacali - le quali dovrebbero assicurare nella comunità il controllo, l'ordine e la sicurezza pubblica, la legalità, coordinare l'attività delle forze dell'ordine ed intervenire nelle emergenze di protezione civile e predisporre l’accoglienza per i richiedenti asilo e i profughi ucraini. I lavoratori si trovano in una situazione di grande difficoltà e sono costretti a sostenere carichi di lavoro che erano stati previsti per una dotazione organica tripla rispetto a quella effettivamente disponibile. Se non si porrà rimedio a tutto questo la macchina amministrativa si fermerà”.
Due le richieste che vengono rivolte al ministro: l’assunzione di tutte le figure professionali necessarie a un corretto svolgimento dell’attività lavorativa come da dotazione organica, facendo scorrere velocemente le graduatorie dei concorsi in sospeso, creando delle condizioni favorevoli in quei territori più disagiati come il bellunese, attraverso azioni che ne favoriscano e ne agevolino la permanenza e valutando per i futuri concorsi la possibilità di procedure regionalizzate.
“Allo stesso tempo chiediamo al ministro che venga, da subito, data la possibilità di una mobilità in ingresso, compartimentale e/o intercompartimentale, da parte di lavoratori di altri Enti pubblici”.
Ora le Organizzazioni Sindacali attendono una convocazione per un confronto con il Prefetto di Belluno.