Riaperti i Serrai di Sottoguda, erano stati devastati dalla tempesta Vaia di 6 anni fa
Padrin: “Oggi possiamo celebrare la forza delle Dolomiti bellunesi e delle popolazioni che le abitano”
Una bella notizia da Rocca Pietore dove sono stati riaperti i Serrai di Sottoguda distrutti dalla tempesta Vaia.
Riaperti i Serrai di Sottoguda, erano stati devastati dalla tempesta Vaia di 6 anni fa
Si tratta di uno dei luoghi più emblematici del paesaggio dolomitico, costituiti da una profonda forra, lunga poco più di 2 chilometri e larga da 5 a 20 metri, scavata nella roccia calcarea dall’erosione dei ghiacciai e dalle acque del torrente Pettorina che scorre in uno scenario imponente tra pareti verticali alte oltre 60 metri.
Una bellezza naturale delle Dolomiti bellunesi che 2018 fu devastata dalla tempesta Vaia, riportando danni enormi. Furono distrutti molti dei 14 ponti, compromessi i sottoservizi, scomparsi lunghi tratti della stradina e il percorso naturalistico devastato e interamente impraticabile.
“Oggi chiudiamo un cerchio. E non solo in maniera simbolica. Perché lo sappiamo tutti: i Serrai erano diventati uno dei simboli della distruzione della tempesta Vaia; un canyon di rara bellezza cancellato in pochi istanti dalla furia dell’acqua. Ma oggi archiviamo il disastro e guardiamo al futuro con un simbolo di ricostruzione. Una ricostruzione concreta, vera, efficace, che ha ridato vita a un sito di grande pregio e di valenza ambientale e turistica” ha commentato il presidente della Provincia Roberto Padrin.
In quei giorni il torrente con detriti rocciosi, interi alberi schiantati dal vento, travolse tutto. La piena del torrente Pettorina non raggiungeva una simile portata da moltissimo tempo, fino a 6 metri di altezza dal fondo della gola. Il 7 dicembre 2018 fu emanata l’ordinanza di completa chiusura del percorso che oggi è stato riaperto e che dal primo agosto al 15 settembre sarà possibile visitare in forma di cantiere aperto (prenotando dal sito https://www.serraipark.it/i-serrai/).
“Dopo sei anni le ferite non sono cancellate del tutto, ma è bene che sia così, perché servono a ricordarci la fragilità della montagna, la delicatezza di questi luoghi e insieme anche la grande forza di dignità delle nostre popolazioni, che vivono in territori difficili, dove niente è scontato e dove tutto o quasi si guadagna con sudore e sacrificio – ha continuato Padrin – Le ferite, dicevo, non sono cancellate, ma possiamo vedere un territorio rinato, ricostruito. Un territorio che ha saputo rialzarsi. E quindi si chiude il cerchio anche perché oggi possiamo celebrare la forza delle Dolomiti bellunesi e delle popolazioni che le abitano”.
Il percorso naturalistico, infatti, grazie ad un imponente lavoro di recupero voluto dalla Regione del Veneto e realizzato da Veneto Acque nell’ambito della gestione commissariale post Vaia, per oltre 13,2 milioni di euro, è stato riportato all’antico splendore, messo in sicurezza e valorizzato.
“Oggi è una giornata di festa per tutte le nostre Dolomiti che nel 2018 uscirono devastate dalla tempesta Vaia – ha commentato il presidente della Regione Veneto Luca Zaia – Celebriamo la rinascita dei Serrai di Sottoguda che, insieme al lago di Alleghe, fin da subito abbiamo identificato come interventi emblematici del rialzarsi dopo la distruzione. Sono un simbolo della forza e della capacità di recupero di noi Veneti che non ci arrendiamo, neanche davanti a tragedie di portata immane. I Serrai sono un esempio virtuoso di come dopo una grande calamità il Veneto ha la capacità di gestione di quella che chiamo ‘seconda emergenza’: la necessità di affrontare velocemente la ricostruzione, mitigando i danni e riportando il territorio all’antica bellezza. Qui è stato fatto un lavoro importante, frutto della sinergia di istituzioni regionali e nazionali. Abbiamo scelto di investire 13,2 milioni di euro complessivi per mettere in sicurezza e valorizzare, rispristinando questo sentiero naturalistico unico nel suo genere. Un gioiello naturalistico, un vanto per il Veneto che oggi lo restituiamo alla comunità perché tutti possano vedere con i loro occhi quanto bella è la nostra montagna e quanto siano forti coloro che abitano questo territorio”.