Belluno

Ritardi Pnrr, a rischio 26 progetti solo nel capoluogo

Il sindaco De Pellegrin: "Le amministrazioni non possono essere lasciate sole davanti ad una partita così importante e attesa. I ritardi? Non sono imputabili ai Comuni"

Ritardi Pnrr, a rischio 26 progetti solo nel capoluogo
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Pochi tecnici, tempi stretti, costi in aumento.

Ritardi Pnrr, a rischio 26 progetti solo nel capoluogo

“Ci uniamo all’appello dell’Anci – dichiara il sindaco, Oscar De Pellegrin -, chiediamo al Governo una proroga, semplificazioni nelle procedure e la possibilità di assunzioni che vadano oltre il 2026: i Comuni non possono essere lasciati soli davanti ad una partita così importante e attesa. I ritardi? Non sono imputabili ai Comuni”.

Così il primo cittadino di Belluno sostiene l’appello dell’Anci e di tanti Comuni italiani messi in difficoltà dall’iter del Pnrr. Sono 26 i progetti portati avanti da Palazzo Rosso, l’obiettivo è quello di metterli a terra tutti, ma gli ostacoli quotidiani sono tanti e stanno mettendo in forte difficoltà la macchina comunale.

Il primo ostacolo è il caro prezzi delle materie prime, che ha gonfiato i costi rispetto al 2021, quando l’iter ha preso il via; per alcune opere è già chiaro il nuovo quadro economico, per altre sono in corso i calcoli per capire come adeguare l’intervento ai nuovi costi, se è possibile integrare il fondo con disponibilità comunali o se sia necessario ridimensionare il progetto.

La riqualificazione del Polisportivo, per esempio, richiede oggi maggiori fondi per 1,5 – 2 milioni di euro. Alla difficoltà a far quadrare i conti si aggiunge la carenza di tecnici e, si prevede, anche di ditte interessate agli appalti, oltre alla complessità burocratica dei procedimenti (Regis).

“L’inserimento dei dati è agganciato a più portali, il procedimento è molto lungo  e complesso, porta via ore e ore di lavoro – spiega il  sindaco, Oscar De Pellegrin -. Inoltre mancano tecnici preparati e anche la possibilità di assumere personale non sta portando grandi benefici, perchè il lavoro nel pubblico non sembra più così appetibile: all’ultimo concorso si sono iscritti in 24 ma si sono presentati in 3, tutti già dipendenti di altri Comuni. Per attuare i progetti del Pnrr servono tante componenti: progettisti, soldi, tecnici e ditte che eseguano i lavori”.

In questo momento gli uffici sono sotto pressione.

“Stanno facendo di tutto per mandare avanti l’iter e adeguare i progetti ai nuovi quadri economici – conclude De Pellegrin - ma i costi in aumento ci stanno mettendo in difficoltà. Il prezzario 2023 è stato approvato proprio mercoledì dalla giunta regionale, i fondi per alcuni interventi potrebbero rilevarsi insufficienti a garantire il raggiungimento del target o l’appetibilità dell’appalto. Infine, il dramma delle tempistiche: c’è molto poco tempo per portare a termine tutto e prevediamo rallentamenti causati, per esempio, dalla difficoltà di trovare ditte disponibili, perché gli appalti sono molti e facilmente non ci sarà la corsa ad accaparrarsi i cantieri. Qui si rischia la paralisi di tutta l’operazione e l’Italia non se lo può permettere. Chiediamo un differimento immediato di almeno tre mesi, gli enti locali sono al collasso e rischiano di perdere un treno importante per lo sviluppo del Paese per la sua economia. La proroga è un atto dovuto, sui ritardi del Pnrr i Comuni non hanno nessuna responsabilità”.

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